Intervenire sulla crisi delle cliniche calabresi e in particolar modo sulla Casa di Cura Madonna della Catena di Laurignano
La situazione delle case di cura e delle cliniche private in Calabria è ormai al limite del collasso. Diverse centinaia di dipendenti sono senza stipendi da mesi; decine di migliaia di cittadini rischiano di avere minori possibilità di curarsi, tutto questo mentre la sanità pubblica è allo sbando in tutta la Regione.
Molto grave, in particolar modo, la situazione della Casa di cura Madonna della Catena srl, con sede a Laurignano di Dipignano (Cosenza). Questa situazione sta già colpendo i 180 dipendenti dellazienda. La Casa di cura, una clinica privata convenzionata con la regione, è nata 16 anni fa e si occupa di riabilitazione intensiva neurologica, motoria, oncologica, uro-ginecologica e di lungodegenza riabilitativa. Assicura un totale di 135 posti letto, più 16 posti di riabilitazione estensiva extraospedaliera, alla quale accedono, anche per trasferimento diretto, pazienti provenienti dai reparti ospedalieri per acuti (neurologie, neurochirurgie, ortopedie, oncologie, reparti di geriatria, reparti di medicina interna nonchè rianimazione) di tutta la regione, e anche da fuori.
Nel corso di questi anni si sono alternate tre gestioni amministrative. Ma i risultati sono sempre più gravi e negativi.
I lavoratori, da parte loro, consapevoli delle difficoltà, continuano (praticamente gratis!) a svolgere le loro mansioni nella clinica. Ma la crisi di immagine della stessa (con riduzione, negli ultimi mesi, del numero di ricoveri), le prospettive sempre più negative che sembrano profilarsi allorizzonte e i conseguenti timori per la sorte di lavoratori e famiglie rendono lo stress e le responsabilità ormai insostenibili.
Laratta e Calipari hanno chiesto al Ministro della Salute un intervento urgente finalizzato ad affrontare le condizioni di crisi delle cliniche della Calabria, praticamente tutte in fortissima crisi dopo le scelte e del decisioni adottate dalla Regione Calabria e nel particolare dal Commissario Scopelliti. Particolare attenzione viene chiesta per la Casa di Cura di Laurignano (CS)
Molto grave, in particolar modo, la situazione della Casa di cura Madonna della Catena srl, con sede a Laurignano di Dipignano (Cosenza). Questa situazione sta già colpendo i 180 dipendenti dellazienda. La Casa di cura, una clinica privata convenzionata con la regione, è nata 16 anni fa e si occupa di riabilitazione intensiva neurologica, motoria, oncologica, uro-ginecologica e di lungodegenza riabilitativa. Assicura un totale di 135 posti letto, più 16 posti di riabilitazione estensiva extraospedaliera, alla quale accedono, anche per trasferimento diretto, pazienti provenienti dai reparti ospedalieri per acuti (neurologie, neurochirurgie, ortopedie, oncologie, reparti di geriatria, reparti di medicina interna nonchè rianimazione) di tutta la regione, e anche da fuori.
Nel corso di questi anni si sono alternate tre gestioni amministrative. Ma i risultati sono sempre più gravi e negativi.
I lavoratori, da parte loro, consapevoli delle difficoltà, continuano (praticamente gratis!) a svolgere le loro mansioni nella clinica. Ma la crisi di immagine della stessa (con riduzione, negli ultimi mesi, del numero di ricoveri), le prospettive sempre più negative che sembrano profilarsi allorizzonte e i conseguenti timori per la sorte di lavoratori e famiglie rendono lo stress e le responsabilità ormai insostenibili.
Laratta e Calipari hanno chiesto al Ministro della Salute un intervento urgente finalizzato ad affrontare le condizioni di crisi delle cliniche della Calabria, praticamente tutte in fortissima crisi dopo le scelte e del decisioni adottate dalla Regione Calabria e nel particolare dal Commissario Scopelliti. Particolare attenzione viene chiesta per la Casa di Cura di Laurignano (CS)