Indulto, deputati presentano ODG per bimbi in carcere
I deputati Nicodemo Oliverio, Francesco Laratta, Paolo Gambescia, Lanfranco Tenaglia, Rosa Suppa, Maria Saperi e Maria Grazia Laganà Fortugno hanno presentato oggi un ordine del giorno per modificare la legge 40 dell8 marzo 2001, al fine di affrontare tempestivamente il grave problema delle mamme in carcere con bambini di piccolissima età. Il problema dei bambini detenuti è stato denunciato più volte dal leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ed è stato fatto proprio dai parlamentari firmatari, che nella seduta odierna, su sollecitazione dellonorevole Laratta, che ha sposato fin da subito la causa umanitaria di Corbelli, hanno deciso di depositare lodg per discutere le modifiche da apportare alla legge 40 recante: misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori. Con lodg i parlamentari vogliono impegnare il governo ad attivarsi al fine di dare completa attuazione alla normativa vigente in materia di tutela del rapporto genitoriale allinterno del sistema penitenziario, nonché a predisporre gli interventi normativi necessari per assicurare una risposta allormai non più procrastinabile questione delle detenute madri, il cui numero, è stato accertato, è abbastanza esiguo. Il provvedimento di clemenza, si legge nellordine del giorno, attualmente in discussione è finalizzato a intervenire, seppur in modo parziale, sul grave problema del sovraffollamento carcerario che si stima possa subire, nellarco dei prossimi anni, una crescita esponenziale, fino a diventare di una consistenza pari a circa sei volte quella attuale. Le condizioni in cui versano le carceri italiane è scritto ancora determinano che i detenuti soffrano, oltre alla pena secondo giustizia, anche, e soprattutto, una inaccettabile pena aggiuntiva data da condizioni lontane da ogni senso di umanità e di rispetto dovuto ad ogni essere umano; non si può non tenere conto della difficile realtà, allinterno della comunità carceraria, vissuta dalle madri detenute con figli minori di tre anni, situazione, questa, che nega sia il diritto della madre di vivere la propria genitorialità al di fuori delle mura dellistituto penitenziario, sia, soprattutto, il diritto del bambino a vivere la sua età in un ambiente idoneo alla crescita e ad un sereno e armonioso sviluppo psico-fisico.