Incendi e siccità. La Calabria verso la catastrofe
Attraversando la Sila Grande, direzione Cosenza, fumo e puzza di bruciato per chilometri. Paesaggi spettacolari, un ambiente fra i più sani e l’aria più pura del mondo, aggrediti e violentati. Ovunque in Calabria sta prevalendo il fuoco. L’uomo uccide se stesso, la sua casa. La casa dei suoi figli! Mai tanto fuoco e tanti disastri come quest’anno. Mai. Chiaramente un attacco folle, ma organizzato, contro il patrimonio naturale della nostra terra. Purtroppo fragile e indifeso, alla mercé di chiunque.
E poi la terribile siccità, e questo clima africano che da due mesi ci sta fortemente provando. Rimarremo senz’acqua, il caldo ci opprimerà, il fuoco seminerà distruzione: non è fantascienza, è un pessimo futuro che è già in mezzo a noi.
Scenari previsti già trent’anni fa. Nell’indifferenza dei potenti del mondo. In Calabria siamo all’anno zero per spreco d’acqua potabile, condotte colabrodo, dighe mai attivate, zero controllo del patrimonio boschivo, disboscamento selvaggio, dissesto idrogeologico.
In queste condizioni, la Calabria si avvia rapidamente ad una fase di grave desertificazione.
Quando l’uomo deciderà di tornare a difendere e proteggere la terra, natura, il paesaggio, l’ambiente? Quando impareremo a memoria il messaggio di Papa Francesco e della sua preziosa (per quanto ignorata) enciclica ‘Laudato si’, che riprendeva il messaggio di Francesco d’Assisi?
“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”.
Occorre una politica che guardi alla natura, all’ambiente, e lo difenda e lo custodisca. Perché qualcosa di terribile sta accadendo nel nostro paese: i 2/3 dei campi coltivati sono stati colpiti dalla siccità. I danni finora accertati vanno ben oltre i 2 miliardi, avvicinandosi terribilmente ai 5 miliardi! Almeno 10 le Regioni che stanno per chiedere lo stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole. La misura prevede, per le aziende, sospensione delle rate dei mutui, blocco dei pagamenti dei contributi e accesso al Fondo per il ristoro danni. Altre Regioni chiederanno di attivare il Fondo di solidarietà nazionale. Ma non ci sono soldi a sufficienza per coprire i danni.
Anche in Calabria la situazione si fa giorno dopo giorno, sempre più disastrosa: laghi, fiumi, corsi d’acqua registrano il minimo storico. Per i nostri agricoltori è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni. Molto forte il calo di erba a disposizione del bestiame. In grave crisi la produzione agricola stagionale. Compromessa certamente anche quella autunnale. Non ci sarà olio nemmeno quest’anno, come già negli ultimi due anni.
Difendere l’ambiente, le sue creature e i prodotti della terra, è la grande sfida del secolo. Far finta di nulla ci porterà alla catastrofe! In Calabria c’è bisogno di investimenti per la rete idrica, per la raccolta delle acque, per la creazione di una serie di mini bacini, per la più efficace distribuzione dell’acqua per l’agricoltura, le imprese, le famiglie. E poi ognuno di noi, nel suo piccolo, in ogni momento e in ogni piccola azione quotidiana deve imparare a non consumare oltre il necessario, a non sprecare. La terra in realtà è piccola, e noi ogni anno ce la “mangiamo” interamente già al 31 luglio. Dal primo agosto, le riserve dell’anno sono già terminate. Così ogni anno consumiamo ben oltre il necessario. Consumando i beni e le risorse del futuro. Ma così si va verso una situazione catastrofica.
La politica, le istituzioni della Calabria non possono far finta di non vedere, di non capire. Siamo già in una situazione di allarme rosso. Non si può arrivare a settembre e dimenticare tutto!
Occorre un piano per salvare la Calabria, il suo patrimonio naturale, le sue produzioni agroalimentari. Coldiretti qualche giorno fa ha lanciato l’allarme in un convegno tenutosi a Crotone e organizzato in poche ore. Presenti governo, regioni, consorzi di bonifica, amministratori locali, imprenditori agricoli. La Calabria è “piena d’acqua, eppure soffre enormemente per la siccità di questi mesi. Così non è possibile andare avanti.