Il precariato uccide il futuro.
Da Mezzoeuro di sabato 18 febbraio 2006
Il precariato uccide il futuro e rende vana qualsiasi speranza di migliorare le proprie condizioni di vita. O si trovano rapide soluzioni alternative oppure possiamo legittimamente pensare che non ha più senso larticolo 1 della Costituzione. Con la legge 30, che pure ha introdotto elementi positivi di flessibilità e di svecchiamento del mercato del lavoro il lavoro precario da soluzione temporanea per inserire i giovani nel mondo del lavoro, è divenuta una norma contrattuale utilizzata sempre più frequentemente sia nel pubblico che nel privato. Settori dove spesso si registrano violazioni dei diritti e dove la dignità dei lavoratori viene ripetutamente lesa. In nome di false illusioni (e anche di false promesse) non sono pochi i giovani che terminano il periodo lavorativo si ritrovano per strada senza prospettive e in preda alla disperazione. A questo metodo perverso che genera incertezza e disgregazione, tutte le componenti sociali e istituzionali devono fare limpossibile per trovare soluzioni diversificate che favoriscano quella stabilità lavorativa ambita da chi vuole costruirsi un futuro nella nostra regione. È indispensabile che la legge 30 venga rivisitata, per un duplice motivo: in primo luogo ha fallito il suo obiettivo al Sud, in secondo luogo perché ha accentuato notevolmente la precarizzazione di quel poco lavoro che cè in Calabria. Non è pensabile che una legge nata in nome della flessibilità e per conto del ricco Nord, possa continuare a essere applicata in una regione povera come