Il potere nellepoca del centro-sinistra
Ora che il centro-sinistra torna a governare gran parte del Paese (quasi tutte le Regioni e le Province, buona parte dei comuni e, dalla prossima primavera, probabilmente anche le istituzioni centrali) è tornata in primissimo piano la questione morale. Che prima di tutto è una questione politica che riguarda specialmente il rapporto tra lUlivo (meglio ancora LUnione) e il Potere. Come governare le Istituzioni, con quale metodo e quale stile dopo il gran danno fatto dalla Casa delle Libertà nella gestione irresponsabile del Potere negli ultimi cinque anni!
Mi torna in mente un interessantissimo seminario che
Pensando a quel riservato e interessantissimo seminario di Vallombrosa, vorrei immaginare lepoca in cui viviamo come lavvio di una stagione politica nuova dopo il pressoché totale fallimento del centro-destra. Una stagione fatta di scelte coraggiose, di decisioni rapide e giuste, di un esercizio del potere sempre moderato e condiviso.
Ecco, il centro-sinistra al Governo del Paese e degli Enti regionali e locali non può non distinguersi per il modo in cui esercita il potere. Per lo stile dei suoi uomini. Per lumiltà che deve caratterizzare quanti sono chiamati ad occupare ruoli delicatissimi e di primissimo piano. Un potere che non è corruzione: fare affari per chi governa è relativamente facile, così come favorire i propri clienti (anche quando sono del tutto modesti e inesperti), elargire benefici e contributi agli amici e alle società da loro gestite a discapito di quanti meriterebbero per capacità e competenza. Un potere che non può essere privilegi sfacciatamente esibiti: i mega stipendi creano scandalo ai cittadini e alle famiglie in difficoltà; lalto numero dei parlamentari nazionali e regionali, degli addetti e dei consulenti fa discutere; così come lutilizzo delle auto blu (perfino per andare a feste private e cerimonie nuziali) e delle risorse finanziarie messe generosamente a disposizione dai contribuenti. Un potere che si allontana dai cittadini, li guarda con distacco e sofferenza, li prende in giro con false promesse e li tiene a bada con qualche elargizione è un potere arrogante che i cittadini rifiutano con sdegno. E che non può appartenere a quel centro-sinistra che vuole essere alternativa, anche nei modi, al centro-destra.
Il rapporto tra i politici e il Potere è un punto assai delicato che la gente guarda con sommo interesse. E ancor di più guarda il centro-sinistra che si esercita nella gestione del potere. E la gente si attende comportamenti adeguati, necessariamente più sobri e contenuti, moderazione nei modi e nei comportamenti. Ha fatto bene il presidente Loiero ad annunciare una riforma dello statuto regionale che diminuisca il numero dei consiglieri regionali (i 50 che
Credo però, per tornare al soft power, che prima di ogni altra cosa, quello che colpisce gli elettori è il modo in cui si esercita il potere. Vi sono uomini pubblici, amministratori, presidenti e sindaci, che troppo spesso perdono il contatto con la realtà, diventano arroganti e prepotenti, si esaltano perché insigniti di un potere che esercitano con la superbia che è pari alla loro ignoranza. Più che lo stipendio eccessivo o i troppi benefici legati alla carica, il cittadino guarda al modo in cui una funzione viene esercitata. Alla capacità di ascolto che chi governa rapidamente perde nei confronti degli altri (e questa è unaltra cosa che viene notata con particolare evidenza) e alla disponibilità ad accettare proposte e suggerimenti.
Il potere che non aggredisce, che è severo soprattutto con se stesso, che non ammette corruzione e sfacciato clientelismo, che pone in primo piano gli interessi generali rispetto a quelli particolari. Il potere che è attento e disponibile, che si fa raggiungere sempre e convincere quando è opportuno. Il potere che rispetta gli altri poteri e le funzioni proprie di uno stato di diritto.
Se il centro-sinistra saprà confrontarsi con questo modello di potere senza farsi travolgere, se saprà distinguersi e mai confondersi rispetto agli eccessi e agli abusi di potere, non si parlerà più di questione morale, di trasparenza, di questione politica. Tutto sarà più facile e si tornerà al concetto dello Stato e al rispetto delle Istituzioni che avevano uomini quali Einaudi,
Ho fatto per cinque anni lassessore provinciale a Cosenza nella scorsa legislatura. Presidente era il prof. Antonio Acri, ds. Una cosa su tutte ho imparato in quella esperienza: lassoluto rispetto per le Istituzioni; quindi la capacità di ascolto nei confronti di tutti e la disponibilità al confronto con le idee degli altri; per poi essere squadra di governo unita e compatta, pronta a decidere con determinazione. Ma quello che più di tutto mi ha particolarmente colpito è stata la severità del presidente Acri. Severo con tutti, severo con se stesso. Senza mai un eccesso o una sbavatura. Perché onesto e corretto bisogna non solo esserlo, ma anche dimostrare di esserlo.
Come dovrebbe fare sempre chi usa il potere. Senza mai farsi usare.
Franco Laratta
Vicesegretario regionale vicario