Il Papa e lIslam. Tra sacro e profano
Papa Benedetto XVI, amareggiato per le dure e inattese reazioni con cui il mondo islamico ha accolto
Se questo tentativo di offrire una comunicazione più chiara, al riparo da equivoci, dovesse fallire, per non turbare oltremodo le coscienze islamiche, che pare non amino le parole crociate, si ricorrerà ai pizzini, su cui saranno trascritti i passaggi salienti dei discorsi del Papa.
Gli ingegnosi foglietti, ad esclusivo uso e consumo dei cattolici, saranno battuti a macchina e arrotolati con cura da lavoratori socialmente utili, offerti dalla giunta calabrese in cambio di preghiere con cui propiziarsi un sereno cammino. Al fedele, che li riceverà durante
La drastica decisione è necessaria e improcrastinabile fanno sapere dal Vaticano.
Con media pettegoli che, per effetto della globalizzazione, spargono ai quattro venti ciò che dici; media impertinenti che giocano a circondare di clamore notizie nate innocue, provocando le frange religiose estremiste, pronte, comè noto, ad accendersi per un nonnulla. In questo panorama, perché
Fosse stato Natale, Pasqua, una vigilia elettorale, sarebbero intervenuti i politici più pii (quelli della famiglia e delle radici giudaico-cristiane). Ma in periodi di bassa stagione come questi, in cui il Billionaire ha da poco chiuso i battenti e la saudade per lestate trascorsa non abbandona i nostri rappresentanti (cè chi porta ancora negli occhi lentusiasmo per le performance da artificiere con cui ha deliziato i suoi invitati) , è stato avventato sciorinare riflessioni teologiche così alte e delicate, senza aver le spalle coperte. Con un Guido Rossi impegnato su due scottanti fronti e non ancora uno e trino; un Vespa ancora a mezzo servizio, col plastico in soffitta e alle prese con i soliti comunisti che vogliono ridurre i giorni dapertura del suo salotto per metterci qualcuno che magari non avrà neppure ricevuto il sacramento della Cresima; uno Studio Aperto dai toni ancora misurati, che un servizio partisan non lo nega a nessuno, a costo di inserirlo tra lultimo calendario delle veline e le angoscianti previsioni meteo; e ancora: in un periodo senza .. Fede, come si sarebbe potuto sperare in una risposta energica a tutela dellOccidente cristiano?
Scoppiato il caso, un timido tentativo di difesa del Papa è stata imbastito da Walter Veltroni: nella sua intervista ad Al Jazeera, visibilmente frustrato per non aver potuto utilizzare quel palcoscenico e invitare il mondo alla Festa del Cinema di Roma (altro che Venezia!), il sindaco capitolino ha ripiegato sulla necessità politically correct di creare ponti di pace tra culture e religioni.
Il pensiero, condivisibile, ha inaugurato, però, la sagra dellequivoco.
Alla parola ponte, pronunciata da Veltroni alla tv araba, ecco scendere in campo, alla testa di un manipolo di cittadini calabresi e siciliani, alcuni post-democristiani per manifestare a favore della chiacchierata lingua dasfalto. Una priorità inopportuna, se pensiamo che anni di militanza in Azione Cattolica avrebbero dovuto insegnar loro che Mosè, per attraversare il Mar Rosso, ha avuto minori pretese.
Tra loro, anche un Lombardo a scandire la marcia con lo slogan U ponti volemu.
La cosa ha messo in allarme i vertici della Lega Nord, in quei giorni impegnati alla Festa dei popoli padani di Venezia :O Signur! Un lombardo che parla di ponte e in una lingua incomprensibile!.
Come se non bastasse, lorgoglio padano, proprio in quelle ore, avrebbe ricevuto un altro duro colpo: lex ministro Calderoli , sotto una pioggia battente, dichiarava solidarietà al Papa, esibendo la maglietta su cui erano stampate le vignette satiriche anti-Islam (a volte basterebbe un telegramma!); salvo accorgersi che le stesse si stavano scolorendo a causa dellumidità e, evidentemente, della cattiva qualità della t-shirt, il cui tagliando, nellimbarazzo generale e in barba alle loro convinzioni protezioniste, recitava made in China.
In Cina, in quei giorni, si trovava Prodi e, diciamocela tutta, lì il Cristianesimo non è granché trendy: la sua immagine di prete bonario, le notizie di vescovi arrestati nel Paese, lo hanno indotto a non rilasciare dichiarazioni, Proporre di togliere lembargo sulla vendita di armi a Pechino è stata unabile mossa per distrarre le autorità del Paese ospitante e prender tempo. Tornato in Italia, sì, che avrebbe fatto la voce grossa per difendere la buona fede del Papa! Purtroppo, Telecom, anime irrequiete nella coalizione ecc., lo hanno distratto dal suo proposito. Ma alla fine avrà pensato il premier meglio le turbolenze della sinistra radicale in Senato che mettersi contro i musulmani fondamentalisti: quelli sì, ingestibili.
Proprio quando le speranze vaticane di ricevere una sentita parola di conforto si stavano spegnendo e allorizzonte non sintravedeva neppure uno scudo(crociato) dietro cui proteggersi, ecco levarsi una voce.
Il moderato, istituzionale Pierferdinando Casini tuonava: E vergognoso averlo lasciato solo!.
Alla coraggiosa denuncia facevano eco le parole della nipote darte, acerrima nemica delle perifrasi, Alessandra Mussolini Ci fosse stato nonno!.
Ma ormai era tardi. Il Papa aveva già deciso di far da sé per ricucire lo strappo: un bel banchetto (vegetariano e analcolico, per non incorrere in gaffe) nella residenza estiva di Castel Gandolfo, al quale invitare gli ambasciatori dei Paesi islamici. Ancora una volta, più delle parole ha potuto la tavola: lunica che mette sempre tutti daccordo!
Franco Laratta