Il Paese va a rotoli!
Cosa dovrà accadere ancora, prima che qualcuno fermi il degrado politico-istituzionale che sta vivendo il nostro Paese? Veramente il popolo italiano non si è ancora reso conto che, continuando così, non resteranno che cenere e macerie di quelle che erano, e per fortuna sono ancora, le istituzioni democratiche del Paese? Quelle stesse istituzioni che hanno retto per 60 anni a tutte le forme di intemperie che si sono abbattute sul Paese e hanno respinto le aggressioni alla Carta costituzionale. Pensiamo alla terribile lacerazione economica e sociale degli anni 50, alla devastante ondata di terrorismo degli anni 70 che è arrivata a colpire il cuore dello Stato, alla grande corruzione e agli scandali degli anni 80 che hanno portato al crollo della Prima repubblica, al berlusconismo degli ultimi 15 anni e al qualunquismo dellantipolitica che esso stesso ha generato. Sempre e comunque le istituzioni democratiche hanno retto allurto; sempre cè stata dal Carta Costituzionale a fare da muro invalicabile contro tutti i tentativi di modificare la forma democratica e parlamentare del nostro Stato, di rompere il perfetto equilibrio tra i suoi Poteri. Finora è andata sempre così. E il Paese ha potuto andare avanti, crescere, essere tra i fondatori dellEuropa, del Mercato comune, della moneta unica. Sempre in piena libertà e democrazia.
Cosa sta rischiando oggi il Paese? Rischia per la prima volta in 60 anni- un vero e proprio devastante conflitto tra le sue Istituzioni. Soprattutto fra il Governo in carica, eletto a larga maggioranza dagli elettori, e tutti gli altri Poteri dello Stato. Nei suoi quattro governi, Berlusconi ha sempre cercato lo scontro diretto con
Cosa rischia, dunque, il nostro Paese? Molto, moltissimo. La deriva sudamericana con ogni probabilità; soprattutto perché la gravissima crisi economica sta letteralmente mettendo in ginocchio il nostro Paese. Mentre il governo balbetta e non sa cosa fare, il rischio è una reazione popolare, certamente disperata, di chi non sa più come vivere.
E così Berlusconi sarebbe costretto a governare con il pugno duro, semplificando sempre più i percorsi istituzionali, modificando di fatto le tutele costituzionali, per porsi a capo di un Paese che ha bisogno di un uomo forte, che governi senza dover rendere conto a nessuno.
Esattamente quello che lui sogna e desidera sin dal primo giorno della sua discesa in campo. Esattamente quello che ha denunciato, già alcuni anni fa, Leopoldo Elia nel suo libro