Il Paese della Felicità!
Il Presidente del Consiglio non rientra a casa da tempo. Il comodo e ormai spazioso talamo non lo accoglie neanche per le consuete tre orette di sonno prescrittegli dai suoi sette medici, che lo marcano stretto nellarco della giornata rifiutando allostinato settantenne negoziazioni al ribasso di una soglia di riposo già così modesta,
Di giorno, lUfficio di Palazzo Chigi è inaccessibile ai più. Trovano udienza pochissime persone: il fido sottosegretario alla presidenza, lirreprensibile consigliere per gli Affari di Stato, il Comandante in capo alle Forze Armate, il consigliere speciale per le relazioni con la Santa Sede, gli ambasciatori degli Stati Uniti e della Russia.
E ancora: gli insostituibili dodici avvocati che lo aggiornano sullo stato dei processi a suo carico, lanziano sacerdote ideologo, le tre ministre predilette, il devoto delegato alla cultura, struggente nel recitare le sue poesie, e lacerbo Guardasigilli, impeccabile nel piantonare luscio e scattare a ogni ordine.
Il Primo Ministro concede loro pochi minuti di colloquio tra le sette e le otto del mattino. Quindi, preferisce restar solo fino a notte fonda e, complici la penombra prima il buio dopo, libera i suoi pensieri: sa di avere in mano il destino di un intero Paese che il corpo elettorale per la terza volta gli ha consegnato con un indiscusso plebiscito. La missione lo intimorisce ma non può dribblare le sue responsabilità. Deve salvare una nazione che affonda sotto i colpi dei Pm, bonificare un parlamento avvelenato da unopposizione corrosiva e irriconoscente, imbavagliare giornali che pubblicano quotidianamente pruriginose intercettazioni telefoniche, offrendo in pasto ai palati più famelici vizi privati che offuscano le pubbliche virtù. E tutto questo a pochi giorni dalla sentenza di un processo che lo vede ingiustamente imputato per corruzione di magistrati.
Serve un gesto clamoroso agli occhi dei generosi elettori e del mondo intero per sventare una volta per tutte i ripetuti attentati alla sua onorabilità. Bisogna alzare le dighe per arginare londa giustizialista che vuole spazzare via il suo progetto politico. Arrivare illeso allimminente vertice del G8 e alla successiva assemblea Onu che animerà con un suo intervento è fondamentale. Un ritorno in grande stile sulla scena mondiale gli consentirà di rigiocarsi su quei banchi la credibilità e il prestigio, gettati alle ortiche in passato per quella insopprimibile vena goliardica che ha lasciato più segni tra gli osservatori internazionali dei suoi contributi al dibattito politico.
Lincolumità di Berlusconi trova però nei giudici lacerrimo nemico. Toghe troppo zelanti non possono fermare la storia di un Paese officiando processi utili solo a delegittimare gli eletti dal popolo. Il Capo del Governo non può essere messo in discussione, né ora né mai. Neppure nei luoghi istituzionali, specie se ad agitare la contestazione è una minoranza pretestuosa e arrogante, che presta il fianco a magistrati livorosi, solidali coi primi nell intralciare lopera di rilancio del Paese avviata dal Governo.
Non sono i deliri di un uomo con un ego spropositato, ma ciò che gli italiani si attendono. Volontà urlata anche nei più recenti sondaggi che, trascorsi due mesi dalle elezioni, disegnano una curva di gradimento per il nuovo esecutivo in costante e straordinaria ascesa: 89% di consensi a fronte di un anemico 9% per le opposizioni e un 2% di indecisi.
E proprio i fragranti sondaggi sfornati a ripetizione dagli istituti di ricerca hanno inebriato Berlusconi al punto che dopo lennesima rilevazione a suo favore ha sciolto le riserve e deciso di scendere in campo con una veste autoritaria ancora sconosciuta.
Alle tredici convoca lo staff di fiducia, il suo Gabinetto, i vertici delle Forze Armate, il Nunzio Apostolico in Italia, gli ambasciatori americano e russo, quindi i direttori dei giornali e dei tg a lui vicini. Dopo quaranta giorni e quaranta notti di clausura assoluta, senza mangiare e bere (salvo un bicchiere dacqua al giorno come Pannella insegna), il Presidente è pronto ad annunciare al Paese, in diretta televisiva, la Rivoluzione dolce: chiudere con
Prima dellufficializzazione, Berlusconi fa tre telefonate importanti nelle quali anticipa ai rispettivi interlocutori la filosofia della sua rivoluzione.
La prima a Bush (che ha subito garantito lappoggio pieno e incondizionato degli Stati Uniti dAmerica, spingendosi, nel rispetto della tradizionale megalomania americana, a offrire la Flotta del proprio Paese, che entro quarantotto ore raggiungerà Ostia lido); la seconda telefonata raggiunge Putin (è lui che comanda ancora in Russia; lui ha garantito senza esitazioni lappoggio al Cavaliere attraverso linvio alla stazione di Roma Termini dellArmata russa, che, cè da giurarci, conoscerà presto i fasti del passato);
la terza telefonata è per il Papa (Benedetto XVI si è detto felice. Ha quindi avvisato il Premier dellimminente visita a Palazzo Chigi del cardinale vicario di Roma quello influente, anche se dimissionario per limiti di età- per sottoporgli un elenco di richieste urgenti, tra cui spicca in cima alla lunga lista la tarsformazione dellotto per mille in otto per cento che i contribuenti dovranno obbligatoriamente destinare alla Chiesa .
del proclama. Asciutto e pragmatico come piace al relatore, viene accolto dallo staff al quale anticipa la Rivoluzione dolce. Grande la soddisfazione. Qualcuno si commuove, altri battono le mani, un paio si inginocchiano. Una statua della madonnina di Lourdes, adagiata sulla scrivania della presidenza, sembra voler piangere. Testimone del prodigio il sempre più fedele ministro della Cultura, che, per loccasione, improvvisa a braccio versi profondi ed eleganti: <<Lacrime. Gioia. Amore. La felicità oggi è con noi>>.
Alle venti in punto è la volta della diretta televisiva che, da stime di tecnici dellAuditel, raggiungerà picchi di audience elevatissimi (si parla di quarantaquattro milioni di italiani incollati al video). Il Presidente sfoggia labituale appeal mediatico, reso irresistibile dalla consapevolezza della svolta storica che sta proponendo ai cittadini.
Legge tutto con passione e commozione il discorso costituente e invita i teleutenti a premere in chiusura il tasto verde del telecomando per approvarlo e quindi renderlo immediatamente efficace. Quel clic cambierà la storia del Paese, proiettandolo, dopo 60 anni, in una dimensione di eterna pace e prosperità.
Questi i passaggi salienti della Rivoluzione dolce:
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- la mia famiglia si assume il compito di garantire al Paese, ora e per sempre, una guida stabile e sicura;
- le elezioni, che sono una perdita di tempo, costano troppo e producono solo guasti, saranno sostituite da periodici sondaggi e da consultazioni mediante il telecomando (si voterà con il già citato tasto verde per approvare);
- tutti i poteri dello Stato – il Parlamento, il Governo e la Magistratura – dipendono dal Presidente del Consiglio, che è anche Capo della Stato. Egli li nomina, i cittadini ratificano con il tasto verde. Egli li licenzia nel caso di inadeguatezza, i cittadini lo assecondano. Nessun potere dello Stato può contraddire il Presidente, pena limmediata decadenza;
- i cittadini saranno dora in poi sudditi fedeli e felici, e riconosceranno nella famiglia del Presidente lunica, sola, santa famiglia dItaliada cui discenderanno per via ereditaria i futuri presidenti del consiglio, individuati tra tutti i primogeniti maschi della stirpe Berlusconi e destinati ad essere venerati nei secoli;
- il popolo italiano sarà denominato dora in poi popolo felicee lItalia riconosciuta dal mondo intero come la nazione della felicità per antonomasia, titoli acquisiti potendo vantare un presidente altrettanto felice;
- la nazione della felicità sarà alleata degli Stati Uniti dAmerica e la stretta relazione di fatto tra i due Paesi sarà propedeutica ad una successiva annessione, che eleverà a cinquantuno gli stati della federazione americana;
- il Presidente della Felicità, infine, sarà incoronato dal Papa nella Basilica di San Pietro. Così tutti i suoi successori>>.
Come previsto, il 99% dei quarantaquattro milioni di telespettatori premiano il discorso e il relativo disegno rivoluzionario cliccando il tasto verde. L1% dei contrari, per ragioni tecniche (il telecomando non era dotato di altri tasti) non è riuscito ad esprimere il proprio voto. Lunica, sola, santa famiglia dItalia ha garantito che limperdonabile svista sarà presto corretta. Perché la nazione della felicità sarà libera e democratica, anche se questo Il Presidente della Felicità , per una svista, lo ha omesso nel suo proclama televisivo. Un dettaglio, nulla più, cosa di poco conto, in un Paese che da quel momento in poi avrebbe vissuto di felicità assoluta.
Il mattino dopo, in San Pietro, spetta al Papa incoronare il presidente quale capo assoluto del Paese della Felicità. Presenti tutti i capi di Stato e di Governo in una Roma blindata e superprotetta, off-limits per i cittadini comuni, invitati a seguire la cerimonia sulla tv di Stato (lunica superstite, a causa di un ennesimo guasto tecnico che dalla mezzanotte ha oscurato gli altri canali). La pandemia dei guasti tecnici, documentata ampiamente dai libri di storia e diffusa ancora oggi in molti stati africani e mediorientali, stava interessando anche lItalia, in cui si cominciavano ad individuare i primi focolai.
Lindomani, il solo giornale presente nelle edicole, La Repubblica della Felicità, racconta con ricchezza di particolari, ricorrendo a un registro un filino apologetico, linvestitura di Silvio III Emblematico il titolo a sei colonne: Da oggi il Paese è felice.