Il Mezzogiorno, la TAV e la Terra!
Benissimo il presidente Renzi che ha riproposto con forza la ‘Nuova Questione Meridionale’, facendone di fatto una Questione Nazionale! Benissimo ha a rimproverare il popolo del Sud per i suoi eterni piagnistei. Benissimo che si siano accesi i fari sul devastante arretramento economico e sociale che ci rende più fragili della Grecia.
Ma poi viene spontanea una domanda (qui volutamente banalizzo): abbiamo davvero bisogno dell’Alta velocità? Cioè di guadagnare un’altra mezzora rispetto all’attuale Frecciargento che da Paola ti porta a Roma in 3 ore e mezzo? Sì, certo ne abbiamo bisogno….ma io invertirei l’ordine delle priorità, diversamente finisce che la TAV in salsa meridionale servirà per lo più ad agevolare la… fuga dal sud!
Vorremo leggere, nei piani del governo che a settembre saranno presentati per salvare il Sud, un treno che in condizioni decenti (oggi viene da piangere a vedere quello che c’è) attraversi la tratta jonica calabrese, ormai da quarto mondo. E poi servirebbero un po’ di collegamenti interni, la manutenzione delle strade ridotte ormai a mulattiere, un piano per salvare i nostri centri storici che crollano uno dopo l’ altro, la difesa del suolo per evitare che questo ‘sfasciume pendolo’ finisca davvero a mare!
Prima della TAV, la Terra: intesa come ambiente, montagna, beni culturali e ambientali, scavi archeologici. Quindi agricoltura e turismo: i nostri due assi nella manica che , come dicono tutti gli studi, saranno come un’autostrada a quattro corsie che ci salverà dal collasso economico e sociale.
Certo, come fai a fare turismo, nonostante un patrimonio di bellezze unico al mondo, se poi ti alzi al mattino e trovi che nel mare si scaricano le porcherie di mille depuratori che non funzionano? E come fai quando vedi i cumuli di spazzatura marcire lungo le strade e dentro i centri urbani in pieno agosto? Ma per questi drammi, con chi ce la prendiamo? Davvero i responsabili sono a Roma o sono i leghisti di quello squallido razzistello di Salvini?
Ecco, volevo dire che se non cominciamo da queste cose ‘elementari’, eppur fondamentali, cosa ce ne facciamo di un Treno ad Alta Velocità? Ma dove ci deve portare? Perchè dobbiamo correre come pazzi, sfasciare ancora di più il territorio, sprecare qualche miliardo di euro, quando potremmo più semplicemente, e banalmente, prevedere un po’ di aerei verso il Sud a 10 euro? Un pò di risorse per scuole, beni culturali, centri storici ormai allo sfascio, manutenzione delle strade ridotte a mulattiere, gestione dell’immenso patrimonio boschivo ormai abbandonato al suo destino.
Pensiamo piuttosto all’agricoltura. Diamo le terre (ce ne sono tante di proprietà regionale che sono di fatto abbandonate) a chi può coltivarle, diamole ai giovani, diamo mezzi e tecnici che li aiutino a produrre le nostre eccellenze, i nostri vini (ma l’80% dei calabresi non beve i nostri vini, sempre più pregiati!), il nostro olio d’oliva, considerato uno dei migliori al mondo. Ma subito riapriamo le nostre scuole agrarie e le nostre scuole alberghiere, vere e proprie ‘fabbriche di occupazione’ qualificata in due settori strategici.
Certo c’è bisogno di soldi, di investimenti…. ma quanti soldi, ogni anno, la Calabria torna indietro all’Europa? In vent’anni sono miliardi di euro, una cifra da farci vergognare. Ma nessuno finora ha provato rossore o ha chiesto scusa ai calabresi. Nessuno.
Con la piena operatività dei fondi europei per il 2014-2020 ( e già partiamo con due anni di ritardo!)
abbiamo davanti l’ultima possibilità di invertire la tendenza, di fermare il grave arretramento del sud che si è drammaticamente aggravato negli ultimi 15 anni.
Il problema non è solo di quantità di risorse da utilizzare, ma di qualità della progettazione, di efficacia dell’investimento pubblico, di totale assenza di una visione dello sviluppo locale.
In sostanza: chiediamo soldi, urliamo contro lo Stato, ma poi non sappiamo spenderli e non abbiamo idea di quale Calabria vogliamo affermare!
Piccole cose, abbiamo bisogno di piccole grandi cose, prima dell’Alta Velocità, prima del fiume di miliardi destinati al sud, che qualcuno presto metterà nero su bianco. Abbiamo bisogno di cancellare la burocrazia, quella che uccide le imprese e distrugge i sogni di un giovane. Questa sì che sarebbe una rivoluzione: entro un mese qualunque pratica va chiusa, promossa o bocciata ma va chiusa. E poi abbiamo bisogno che il denaro non costi il doppio rispetto al nord (accade dal 1990, ma nessuno è mai riuscito a far nulla!), che ogni paese mantenga le scuole: dateci meno di tutto, ma lasciate le scuole ad ogni comune, anche il più piccolo e sperduto. Abbiamo bisogno, prima della TAV, di ripristinare quell’antico convoglio a vapore che si arrampicava lentamente per le montagne della Sila, portando i turisti a respirare ‘l’aria più pulita del mondo’: siamo completamente incapaci di venderci i nostri ‘record mondiali’, quasi che non ci appartenessero.
La Questione meridionale è prima di tutto una questione di…testa, di capacità di governo, di innovazione e di cultura.
Prima di piangere e di urlare contro il destino, impariamo a far funzionare quello che abbiamo. Perchè nemmeno di questo siamo capaci!