Ma il pm di Cosenza accusa: impose le assunzioni
Da La Repubblica di domenica 20 Agosto 2006
COSENZA – Si è detto assolutamente estraneo ai fatti, Franco Pacenza. Il capogruppo ds in Consiglio regionale per due ore ha risposto ai magistrati «respingendo le accuse». Lo ha fatto, hanno riferito i suoi legali, «da uomo provato, ma in maniera lucida». Lesponente della Quercia, per il quale venerdì alcuni parlamentari avevano inscenato un sit in, è stato arrestato per concussione nellambito di uninchiesta per truffa ai danni dellUe. Un raggio per mettere le mani sui finanziamenti per lo sviluppo. I soldi arrivavano a due società, la Printec e la Sensitec, amministrate da Franco Rizzo, mai entrate in funzione, nonostante i contributi. Una prima inchiesta aveva stabilito che si trattava di scatole vuote, utili, per il pm, solo a produrre soldi per gli imprenditori tramite false attestazioni. Una seconda tranche dellindagine ha puntato lindice contro Pacenza, il quale da una parte avrebbe ottenuto lassunzione di personale da lui indicato, dallaltra avrebbe garantito sostegno politico. Scrive nellordinanza il gip Giuseppe Greco: «Lamministratore delle società è stato costretto ad accettare un accordo con Pacenza, in forza del quale questultimo si è impegnato ad appoggiare le domande di agevolazione finanziaria presentate dalle aziende, in contro partita ha preteso lassunzione di alcuni lavoratori da lui puntualmente indicati». Inoltre, «Pacenza minacciava di servirsi del sindacato per fare pressione sugli imprenditori e interveniva quando le aziende volevano licenziare». Accuse respinte dallesponente ds: «Le aziende erano ammesse al finanziamento tramite bando pubblico gestito da Sviluppo Italia, organismo politicamente autonomo». I legali, Ferraro Minicelli e Sammarco, hanno riferito che «nessuna segnalazione di personale è mai stata fatta», e che «è vero solo che Pacenza si schierò al fianco dei lavoratori a rischio licenziamento». Mentre è attesa per lunedì la decisione del gip, la polemica tra il ministro Di Pietro e i parlamentari solidali con Pacenza non si placa. Alla richiesta di dimissioni avanzata dopo le critiche, Di Pietro replica: «Dovrebbero dimettersi loro, che si pongono su un tale crinale di irragionevolezza». I parlamentari avevano accusato Di Pietro di essere intervenuto in difesa del gip perché il fratello del magistrato è il primo dei non eletti di Idv a Cosenza. Secco il ministro: «È incredibile che debba giustificarmi del fatto che un suo parente è vicino al mio partito. Il problema in questo paese è per i troppi parenti vicini a delinquenti». E su Craxi, tirato in ballo per le accuse ai magistrati, Di Pietro ribadisce: «È un latitante, morto in latitanza per fatti gravi. Rispetto laffetto dei figli, ma questo non può impedirmi di ricordare la criminalizzazione dei magistrati avviata dal leader del Psi».
Giuseppe Baldassarro