Il Caso Molinaro!
Incontro Roberto Molinaro qualche giorno fa nella sede della Socedil srl, in pieno centro di Lamezia-Nicastro. Strada centralissima, pieno centro commerciale, eppure davanti alla bella impresa Molinaro (attiva dal 1960 e poi dal 1985 gestita direttamente da Roberto che lha eredita dal papà) si trovano tranquillamente i parcheggi per lauto. Uno, due, tre parcheggi sempre liberi: nessuno parcheggia più davanti alla mia azienda, nessuno entra più per comprare, nessuno prende il caffé con me, sono scomparsi gli amici di sempre, sono rimasto solo!, ci dirà più tardi Roberto Molinaro, 42 anni, reo di avere denunciato, con tanto di nome e cognome, gli autori di intimidazioni, estorsioni, minacce e aggressioni nei suoi confronti.
Da quando ha deciso di resistere, cioè sin dal primo avvertimeno, la sua vita è totalmente cambiata, la sua attività, da sempre florida, è crollata, è iniziato per lui un calvario. Gli hanno sparato alle vetrate dellazienda, lo hanno minacciato e inseguito.
Roberto mi viene incontro con tanta cordialità, come se ci conoscessimo da sempre. Meravigliato della visita di un parlamentare. Elegante nel suo vestito marrone, indossa una curiosa camicia colorata, parla con una calma esasperante, dimostra una rigidità nei comportamenti, nelle idee e nelle convinzioni come un uomo daltri tempi, quando i princìpi avevano un valore, quando definirsi cattolico praticante (come lui afferma) voleva dire molte cose. E un giovane imprenditore che mi parla di orgoglio e dignità di uomo libero, racconta passo dopo passo, davanti al suo computer sempre acceso, tutta la sua drammatica storia. E lo fa con una impressionante dovizia di particolari, con tanto di documentazione, di supporti tecnologici avanzatissimi: sentendosi abbandonato dal mondo intero, Roberto Molinaro ha deciso di divenire lavvocato di sé stesso, di trasformarsi in detective, di studiare giorno e notte, perennemente collegato in internet, per giungere a quei risultati e a quei riscontri che né
Il coraggio (ma lui dice non mi sento affatto coraggioso, ho fatto quello che ogni cittadino onesto dovrebbe fare) dellimprenditore lametino potrebbe però costargli molto caro: dallanno 1990 ad oggi ha subito atti intimidatori di vario tipo, attentati a mezzo esplosione di colpi di lupara, nonché estorsioni compiute quasi sempre mediante richieste di prelievo di merci ma senza effettuazione di alcun corrispettivo in denaro. Ma proprio tale ultima specifica modalità di esecuzione dei tentativi estorsivi è sempre stata qualificata sotto il profilo penale in maniera differente e fuorviante, e, tale da rendere inutile ogni attività investigativa non compiutamente supportata da attività di indagine di alto profilo e di commisurato impiego di tecnologie. Tali lacune nella rubricazione dei reati ipotizzabili, sempre di matrice estorsiva, hanno generato irrimediabili storture nei procedimenti generati dalle innumerevoli, precise, puntuali, dettagliate e circostanziate, denunce nominative. Per tutto questo, il coraggioso imprenditore rischia di trasformarsi da vittima a carnefice. Infatti, per le strumentali ritorsioni degli imputati, che approfittando delle svariate lacune investigative hanno tentato ulteriori intimidazioni nei suoi confronti, Molinaro sarà processato per calunnia! Ma non solo. A suo danno ha dovuto subire un tentativo estorsivo celato da normale azione giudiziaria: unistanza di fallimento fondata su documenti di incerta provenienza – per come denuncia lo stesso Molinaro – e di nessuna validità. Questo significa per Molinaro e la sua società un danno enorme, irreparabile, anche perché le banche gli sospenderanno tutte le linee di credito. La fine certificata della sua impresa.
E non immagini il Molinaro di potersi difendere da sé. Infatti, pur avendo presentato alla Prefettura di Catanzaro regolare domanda nel 2005 per il rilascio del porto darmi per difesa personale, non ha mai avuto alcuna risposta.
Ma non ha bisogno di armi il sig. Molinaro se la coscienza civile di Lamezia e di tutta
Non ho nulla da temere perché sono onesto e pulito mi dice Molinaro mentre prendiamo insieme un caffé in un centralissimo bar di Nicastro al termine della lunga visita alla sua azienda. Non sorride mai, è paziente, pignolo, testardissimo: per queste sue caratteristiche gli è rimasta solo la vicinanza di sua moglie e dei figli.
Laltro ieri, alla Camera, tutti i deputati calabresi abbiamo depositato una interrogazione urgente ai Ministri degli Interni e della Giustizia. Per sapere cosa intende fare il Governo. Un primo atto formale che può essere di aiuto alla battaglia di Molinaro.
Intanto, quello che è urgente fare, lo dobbiamo fare noi in Calabria, con coraggio e forza: una reazione della coscienza dei calabresi onesti, una vicinanza fortissima a Roberto da parte delle istituzioni, dei media, della società civile calabrese. E adesso ammazzateci tutti deve esplodere anche a Lamezia, laddove cè un uomo solo che combatte per una Calabria finalmente libera. Nostro dovere è quello di non farlo sentire mai più solo.
Franco Laratta
deputato