I protagonisti di una delle più brutte pagine di corruzione in Calabria!
«I Gentile? Sono peggio della ‘ndrangheta»!
Piero Citrigno l’imprenditore cosentino, per anni amico, sostenitore e socio dei fratelli Gentile, proprietario del “l’Ora della Calabria”, editore del giornale fino alla condanna a 4 anni e 8 mesi per usura, intervistato nell’ultima puntata di “Servizio Pubblico”, apre uno squarcio su un sistema di potere che tutti conoscevano e subivano da decenni. E c’erano anche quelli che, non esattamente della destra calabrese, con questo sistema trovavano accordi e intese politiche ed economiche! Citrigno ammette che il senatore e l’assessore regionale a Cosenza sono padri-padroni incontrastati e temuti: «Qua da noi un imprenditore deve comunque assoggettarsi a loro. Io ho timore dei fratelli Gentile per il metodo che usano e ho timore che le attività dei miei figli possano essere ostacolate da loro».
Ma Citrigno va giù pesantissimo quando afferma: «È più facile farla franca con la ‘ndrangheta che con loro. A differenza della delinquenza che ci mette la faccia, loro non ce la mettono, usano altri metodi. Se una cosa decidono di fartela fare te la fanno fare…».
Alfredo, figlio di Piero Citrigno, attuale editore del “l’Ora della Calabria”, racconta la telefonata con Andrea, il figlio del senatore Gentile: «All’inizio dà per scontato che mi sarei prestato a bloccare la notizia, dicendo al direttore di non pubblicarla. Quando gli dico di no, cambiano i toni della telefonata». A questo punto il giovane avvocato Gentile, secondo Citrigno, avrebbe detto: «Ognuno va per la sua strada: fagli gli auguri a tuo padre e tanti auguri a te e alle vostre cose». Sembra una chiara minaccia.
Piero Citrigno: «Se i Gentile mi devono qualcosa? Abitano in una zona centrale, una delle migliori di Cosenza». E qui interviene Pino Tursi Prato, ex segretario provinciale del Psi (il primo partito dei Gentile) condannato a 6 anni di reclusione per voto di scambio: «I terreni furono intestati a me da parte di Tonino e Pino Gentile, che mi chiesero questo favore in quanto Pino Gentile era sindaco della città». Tursi Prato diventa il prestanome dei fratelli Gentile.
Intanto Piero Citrigno, entra in società con i Gentile e costruirà le ville dei due fratelli in una zona residenziale di Cosenza. Tursi Prato entra quindi in politica : «Nell’85 diventai consigliere comunale e i terreni furono intestati a mio cognato, e alla fine fu lui che gli passò le ville».
Citrigno viene ‘premiato’ con la sanità privata. «Eravamo già soci in una struttura sanitaria qui a Cosenza -dice Citrigno-, ma c’era un problema di autorizzazioni. I Gentile fecero quello che era nelle loro possibilità finché le ottenemmo». Tutti sanno a Cosenza quanto pesino i Gentile nella sanità. «Nelle aziende afferma Citrigno ci saranno almeno 100 persone loro». E’ appena il caso di ricordare che in tanti considerano completamente nelle mani dei Gentile l’Azienda Sanitaria Provinciale e lo stesso Ospedale civile.
Ed ecco Umberto De Rose altro imprenditore, già Presidente degli industriali calabresi, già candidato sindaco di Cosenza per il centrodestra, protagonista principale di questo fosco scenario!
È De Rose, stampatore del “l’Ora della Calabria”, a chiamare l’editore del giornale, Alfredo Citrigno, per chiedergli di non far pubblicare sul giornale la notizia dell’indagine a carico del figlio del sen. Tonino Gentile (è di De Rose una bruttissima espressione che ha fatto il giro d’Italia: «quando il cinghiale è ferito ammazza tutti»!).
De Rose è attualmente presidente di Fincalabra, società per lo sviluppo economico regionale. Gestita così bene che in quattro anno, avendo a disposizione ben 180 milioni di euro per imprese, credito, occupazione giovanile, non è riuscito a immettere nel circuito nemmeno 1 euro! Ed è a Fincalabra che viene assunta Lory Gentile, l’altra figlia dell’ex sottosegretario.
De Rose, a Servizio Pubblico, intervistato su questo da Sandro Ruotolo, si pone una domanda carica di finto candore: «Perché? Forse non potevamo? Essere figlio di un politico significa essere esclusi dalla possibilità di fare attività lavorative nel settore pubblico?». Ecco, questo è il De Rose pensiero.
I personaggi di cui sopra, politici, imprenditori, amici e soci, rappresentano, essendone protagonisti principali, quel modello di politica che si è fatto puro sistema di potere. Un sistema che si alimenta e si sostiene con tutti i mezzi, leciti e illeciti. Un sistema che è tutto, ma rappresenta prima di tutto la notte della politica in Calabria.