“I magistrati del sud favoriscono la mafia!”
Secondo l’on.Alberto Torazzi (Lega): ”I magistrati del Sud favoriscono la mafia”! Parlando da Radio Padania Libera, il deputato, capogruppo del Carroccio in Commissione attività produttive, va anche oltre: ‘Se, oltre ad avere un ministro dell’Interno padano, avessimo anche i magistrati padani, probabilmente in Padania la mafia non esisterebbe. La nostra magistratura, che è fatta tutta di ragazzi del sud coi loro burocrati del sud, è un autentico groviera di informazioni: come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso, dopo tre minuti, lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici?
Colui che fino a ieri aveva tentato la carta di estetisti e onicotecnici (cofirmatario di una proposta di legge sul tema) per uscire dal desolante anonimato ha alzato il tiro in queste ore: dopo una legislatura a testare la tenuta dei cosmetici waterproof e regolamentare in un agile manualetto le tecniche per un french glamorous, lindiziato ha gonfiato la sua ambizione suggerendo dai microfoni di una colorita radio dritte su temi più scottanti della couperose.
Non stiamo parlando del make-up artist Diego Dalla Palma, ma del deputato leghista Torazzi, al quale mutiliamo lonorevole per le sue fresche dichiarazioni, attentato allintelligenza e alla salute pubblica. Lauspicato prerequisito della padanità della magistratura per combattere in modo efficace le mafie ha elettrizzato per qualche istante le frangette leghiste più estreme, da tempo piegate in uno spento liscio e separate dalla riga in mezzo che neppure un aggressivo colpo di fon può oramai riunire e ravvivare. Tutti gli altri hanno sùbito cestinato la corbelleria del creativo lumbàrd tacendo effetti collaterali quali risate isteriche inghiottite da tristezza, crampi addominali risolti per via naturale: il timore che Bertolaso e la sua protezione civile potessero intervenire sulla presunta epidemia ha esortato le vittime al silenzio.
Caduto probabilmente dal carroccio durante una gita estiva presso le sorgenti del Po, lambizioso Torazzi per non tradire la commissione di cui è capogruppo (attività produttive) ha prodotto in mezza giornata un concentrato di riflessioni surreali (forza degli eufemismi!) da insidiare le performance dei più navigati Calderoli, Borghezio ecc. Elucubrazioni affidate ad una interpretazione cabarettistica che fino allultimo ha sospeso il ci è o ci fa? dellascoltatore.
Sciolto il dubbio, restano perle quali lurgenza ad avere più Fumagalli e Brambilla nel Csm per arginare i magistrati del Sud: codardi, venduti, faciloni, pettegoli, sempre in malattia e con la fissa per le vacanze; gag come la fraintendibile necessità di avere Maroni per sconfiggere il malaffare, e fuori da essi giudici e forze dellordine. Lopinione pubblica, a giudizio unanime, ha già invitato loffensivo deputato ad informarsi sulla sua condizione, facendo il verso al sempre attuale Totò.
Non è opportuno scomodare i sacrifici dei vari Falcone, Borsellino, Scopelliti, Livatino
per un Torazzi qualunque che ha spalato e riversato la razione periodica di ridicolo sotto la quale il suo movimento sta scomparendo. È invece doveroso ricordargli i tanti magistrati (lultimo in ordine di tempo Macrì, responsabile della scomposta reazione leghista) che, allergici a mari e monti, stanno da tempo allertando lopulento Nord sul pericolo di infiltrazioni criminali. Dando prova di dinamismo inconsueto, stanti le origini meridionali di molti, le toghe operanti nella pianura padana hanno già fermato amici di Torazzi, vicini di casa e dirimpettai. Gli stessi che confortati dalle istituzioni hanno sempre negato lesistenza delle mafie nel Settentrione. I grandi capitali lavati con candeggio ad alte temperature, il traffico illegale di rifiuti pericolosi, un affarismo spregiudicato colluso coi poteri forti (e marci), richiedono analisi e azioni che per contenuto e registro non possono risolversi in una chiacchierata da bar dello sport. Si può pensare che i leghisti ignorino la pervasività di certi fenomeni che attecchiscono al di là dei confini antropologici e geografici? Crediamo di no. Essere però al governo, con alleati fino a ieri demonizzati, e non portare a casa un risultato uno di quanto promesso, fa scattare il meccanismo di sopravvivenza. Coprire lincapacità con slogan propagandistici a matrice denigratoria per creare fazioni da impegnare in scontri insensati è la più prevedibile delle strategie: anche lordine di nascita di uovo e gallina viene spinto nel frenetico calderone pur di favorire la distrazione dai problemi seri. Si biasima dunque il meridione senza mai averci messo piede, sincensa la Svizzera omettendo la questione dei frontalieri e il fatto che quel paese modello non vive di solo cioccolato e orologi. E lesternazione si colloca tra il delirio e la volgarità quando si chiosa che è una «sfiga» il potere giudiziario in mano ai meridionali, correi di una mafia che «come la pioggia è un fenomeno endemico, che non si può sradicare». Scaduti gli immeritati minuti di celebrità concessi al deputato Torazzi, ci aggrappiamo alla sua ultima similitudine per invocare alla stregua dei Cherokee unabbondante pioggia che purifichi il nostro paese da questa insostenibile stupidità.
Franco Laratta