Grillo in parolacce povere!
Otto milioni di voti trasferiti dalle calde urne al freezer. A tanto ammonta il patrimonio conquistato dal MoVimento 5 Stelle alle ultime politiche e non reinvestito nelle istituzioni democratiche per leditto emanato da Casaleggio e Grillo: guru e paraguru scesi dalla rete sulla terra per resuscitare «un Paese morto» che deve aggrapparsi alle loro chiome e alla speranza che i pentastellati facciano presto il pieno di consensi. Al di sotto del 100%, con una opposizione ancora in vita grazie ad ostinati masochisti, non vien loro voglia di governare. Figuriamoci con solo un terzo dei voti, che li obbligherebbe ad alleanze col nemico, per il quale sognano lestrema unzione politica.
Meglio allora una legislatura creativa, borderline, irriverente, appaltata ad un manipolo di belli e bannati.
I primi, cittadini-deputati e senatori che hanno sposato integralmente il codice etico del movimento, nel quale le ragioni dellobbedienza sono riassunte nellunico articolo applicato Io so io, voi non siete , rubato da Grillo al celebre marchese suo omonimo.
Gli altri, allontanati dopo la fatwa per apostasia lanciata dal capo, dati in pasto agli ex colleghi-cittadini e ai simpatizzanti 2.0, che in rete lavano lonta subita dal leader con olio di gomito, attingendo al suo lessico per nulla vocato all eufemismo.
Dellinsulto facile e della storpiatura dei nomi il frontman di Casaleggio ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Tra i ribattezzati figurava vergognosamente la professoressa Montalcini e oggi il presidente Napolitano, tallonato dal tandem Gabanelli-Rodotà, allultimo momento stralciato dai buoni per lesa grillità.
La gragnola di vaffa è però distribuita con generosità tra le categorie: quei giornalisti, politici, cittadini di varia estrazione che osano chieder conto delle documentate incongruenze del comico (computer, biogas, cancro, Aids ) guadagnano la stella indelebile sullaWalk of Shamegrillina. Vere e proprie costellazioni sono state dedicate a quanti hanno sottratto alloblio lo stupidario con le più infelici uscite degli ultimi anni (marocchini, zingari, terroni, clandestini, la retromarcia su Roma…); sollevato dubbi sulla ‘democrazia dal basso’ del movimento e sul metodo Io, mammeta e tu nella scelta dei candidati, che ha estromesso la genitrice dalla stesura del programma e da altri àmbiti off limits. Tutti i premiati hanno quindi convenuto che un popolo come quello grillino – eterogeneo e tenuto insieme dal collante anticasta, antisistema, antiqualcosa; allevato al complottismo a tutti i costi, che fa un po Dan Brown un po Alfonso Signorini – non è controllabile una volta aperte le gabbie del web.
Roma tentatrice ha sfilacciato da subito il movimento, richiedendo la calata dei due contitolari, che hanno somministrato prontamente le purghe ai trasgressori dell’iconoclastia mediatica: reato ora derubricato e inserito agli esordi per limitare fughe in avanti dei singoli e preservarli da scivoloni dovuti allinesperienza, poiché, tradendo le promesse, il più scemo non era ingegnere! Entrati nelle aule per compitare, gli acerbi eletti sono stati demansionati a srotolare striscioni, filmarsi persino al cesso, in ossequio alla diretta streaming, e occupare, muniti di trolley e schiscetta, i tetti delle istituzioni, rischiando bronchiti, sanzioni e inviti di goliardi a buttarsi perché uno spot assicura che è morbido. Una vitaccia che giustifica in parte le intemperanze pentastellate in aula. Spettacolo 5 stelle twitta compiaciuto Grillo dallinespugnabile fortino. Segno che Beppe si è già annoiato della politica e vuole buttarla in vacca. La ripetuta minaccia di ritiro se non farà saltare il banco alle prossime politiche è un ulteriore indizio. Costruire è sempre la parte più noiosa delle competizioni, un po come la festa rispetto alla vigilia. Troppe responsabilità. Meglio elezioni permanenti dove bastano due slogan col mattone dentro da diffondere in modo virale. In questo esercizio di populismo, declinato stavolta in chiave antieuropea, e nellidea di raccontare ciò che la gente vuol sentire pur essendo a corto di ricette plausibili, Grillo appare il gemello diverso dell’Unto senior’, che ha già prenotato la carta animalista per rigiocarsi lonorabilità sporcata dai magistrati, addebitando ilPorcellumagli italiani, incapaci di votare, e soffiando, in attesa di nuova collocazione, sul malcontento di cui disconosce senza pudore la paternità.
Scartato il jolly peloso, per la sua dichiarata avversione ai cani da guardia e da riporto, il bisunto genovese, da qui a nuove elezioni, ha scelto il bowling per ingannare l’attesa: coi tendini del polso in fiamme sta provando senza successo ad abbattere le istituzioni. Lo strike negato è frustrante, al punto da invocare linsubordinazione delle Forze dellordine per un colpo di Stato accarezzato pure dal movimento dei Forconi, che ha invitato i grillini, frinenti “Parlamento illegittimo!”, a dare il buon esempio e dimettersi. Tempestivo è stato il ‘Contrordine cittadini!’ pubblicato sul blog, col testo emendato da mandare giù tutto d’un fiato: “Par lamento illegittimo… quello degli automobilisti coinvolti nei blocchi stradali”.
La demagogia quando si scontra con la disperazione paga cash ma conduce alla bancarotta. Nella realtà non é sufficiente un clic per dribblare i creditori verso cui si sono assunti impegni.
L’istrionico Beppe, sospeso tra il desiderio di inchiodare le tavole del palcoscenico a Montecitorio e l’incubo di cominciare a produrre seria politica, tornerà a sbigliettare, si rifugerà nel web finemente ammobiliato, facendosi di ruzzle, o con le falangi conficcate nella boccia nera continuerà la solitaria, rabbiosa e incomprensibile partita di bowling? Di sicuro, questo «profeta di varietà», al prossimo esperimento telepatico nel quale ci sfiderà a votare altro, troverà molti disposti ad accontentarlo: Grillo? Felici di non piacerci!