Governo “ladro” scippa le risorse alla Calabria !
Lultima riunione del CIPE ha deliberato lassegnazione di un contributo a fondo perduto di 140 milioni di per il comune di Catania e di 500 milioni di per il comune di Roma, attingendo le relative risorse dal Fas, il Fondo statale per le Aree Sottoutilizzate. Lutilizzo di queste risorse per coprire buchi di bilancio delle amministrazioni comunali non appare di certo coerente con le finalità dei fondi FAS, considerato che tale Fondo è stato adottato con Delibera CIPE n. 16/2003 a partire dalla Legge finanziaria 2003 per perseguire gli obiettivi di una condivisa politica regionale per lo sviluppo, unificando tutte le risorse finanziarie aggiuntive nazionali destinate per l’85% al Sud e per il 15% al Centro Nord. A questo fine e secondo questa logica si è arrivati ad attuare la programmazione 2000-2006 ancora in corso e ad approvare il Quadro Strategico nazionale 2007-2013, dopo un intenso percorso caratterizzato da un importante confronto partenariale fra Amministrazioni centrali e regionali, esponenti del partenariato istituzionale e di quello economico e sociale.
Ebbene, nonostante da anni si parli della necessità di programmare adeguatamente le risorse destinate allo sviluppo, nonostante si proclami della necessità inderogabile a dare effettiva attuazione agli obiettivi di programmazione unitaria, con il Dl 112/2008, art. 6-quater, si è deciso unilateralmente e senza alcun confronto con le regioni, gli enti locali ed il partenariato economico e sociale a rimodulare le programmazioni del 2000-2006, tagliando risorse già destinate ad opere pubbliche di rilevanza strategica nel mezzogiorno, ed in Calabria in particolare; bloccando le risorse gestite dalle Amministrazioni regionali attraverso gli Accordi di programma Quadro, imponendo, in questo caso, una data retroattiva il 31 maggio 2008 quale data entro la quale si sarebbero dovute impegnare le risorse FAS ed impedendo alle Regioni Meridionali principali destinatarie delle risorse FAS secondo il principio dell85-15 di concludere la propria programmazione, anche in funzione delle scadenze comunitarie, e confiscando di fatto non solo le precedenti assegnazioni del CIPE ma anche le economie derivanti dallattuazione degli interventi previsti negli APQ in corso di attuazione.
Ebbene, oggi le Regioni, non solo meridionali, si ritrovano a non sapere su quali risorse possano contare e quali interventi già concordati con il Governo e la Commissione Europea saranno effettivamente attuati, nonostante lo ribadiamo con forza – che il FAS è uno strumento di politica regionale destinato principalmente allo sviluppo delle aree in ritardo di sviluppo e non certo genericamente alle infrastrutture strategiche di carattere nazionale, delle quali sfugge ancora coerenza, portata e localizzazione delle stesse.
Ad aggravare tale situazione, il CIPE ha letteralmente scippato dai Fondi FAS 640 milioni di per coprire buchi di bilancio di amministrazioni comunali quali Roma e Catania, depauperando e mortificando ancora di più lo sforzo che le regioni meridionali, e la Calabria in primis, stanno facendo per ridurre la distanza con il Centro-Nord, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale e di sviluppo economico.
Con una interpellanza urgente-discussa alla Camera nel question time dell8 ottobre u.s., ho chiesto al Ministro Tremonti di voler chiarire secondo quale presupposto legislativo e regolamentare, 640 milioni di di Fondi FAS, destinati alle politiche di sviluppo regionale e quindi al finanziamento di infrastrutture impianti energetici, progetti di sviluppo economico inseriti allinterno di appositi Acccordi di Programma Quadro possano oggi essere utilizzati per fini impropri ed incoerenti a danno dei cittadini e delle imprese della Calabria, del Mezzogiorno e dellItalia.
In Aula non è venuto il ministro Tremonti, deus ex machina del Governo che però sfugge sempre ai confronti parlamentari, ma il ben più innocuo e incompetente ministro Rotondi.
Ma il tentativo del governo di dare una risposta convincente alla distrazione dei fondi FAS, fondi è bene ribadirlo nati per lo sviluppo delle aree in ritardo del Paese, si è rivelato purtroppo vano. Rotondi non ha saputo rispondere, non sapendo come giustificare lo scippo, perché non esiste alcun presupposto, normativo, amministrativo, politico e, aggiungo, morale che oggi giustifichi lutilizzo di oltre 600 milioni di , destinati alla crescita infrastrutturale e economica del Sud e del Centro-Nord Italia, verso amministrazioni che hanno operato contro le più elementari regole della programmazione di bilancio e oggi vengono incredibilmente premiate per i loro errori di spesa con generose elargizioni a fondo perduto.
Un autorevole componente del Governo ha recentemente rivalutato e fatto rivivere Keynes affermando: Leconomia è in crisi e si può uscirne con gli investimenti pubblici. Ma non oso immaginare la reazione di Keynes nel momento in cui il Consiglio dei Ministri ha accettato di destinare risorse programmate per infrastrutture, energia, tutela ambientale e sviluppo economico a copertura di buchi di bilancio e spese improduttive. Hanno ucciso un uomo morto.
Debbo aggiungere che le recenti statistiche ISTAT evidenziano, ancora una volta, un Paese spaccato dove a fronte di un PIL 2007 che cresce dell1,6% nel Nord-Ovest, dell1,9% nel Nord-Est e dell1,7% nel Centro, abbiamo un Mezzogiorno che cresce solo dello 0,7%.
I 640 milioni avevano la funzione di attivare opere e programmi utili a ridurre tale ritardo di crescita. Ma questo governo preferisce bloccare gli accordi i programma per lutilizzo dei Fondi Fas già sottoscritti con le amministrazioni del Mezzogiorno; preferisce non premiare amministrazioni che hanno realizzato economie e potrebbero riutilizzarle nei propri territori per lo sviluppo economico e infrastrutturale preferisce bloccare la spesa pubblica programmata da tempo alle Regioni non sottoscrivendo i necessari accordi; preferisce accentrare le risorse e toglierle ai territori, pur professando un futuro di federalismo; preferisce sovvertire le regole e destinare i fondi per la crescita a politiche fallimentari.
In poche parole preferisce, alla politica del fare, la politica del malaffare, difende e sostiene con le nostre risorse i comuni guidati dagli amici e dagli amici degli amici. Un governo che con una azione fortemente immorale, per non dire illegittima, compie uno scippo vero e proprio e apre precedente assai pericoloso.
Franco Laratta