Gli sbronzi di Riace!!
Dopo Il break biblico degli ultimi, firmato e appiccicato arbitrariamente ai calabresi da Toscani, la comunicazione istituzionale della Regione Calabria è tornata ad impiegare un registro ammiccante per promuovere le sue bellezze. Lanno scorso è ripartita offrendo il cuore: ancora poca roba, rispetto alle stagioni in cui invitava a scoprire tutto il suo Mediterraneo.
Questanno, nonostante la filosofia del pensiero mediterraneo lasciasse presagire una campagna più ricercata ed eterea, ecco sul set lesuberanza dei due guerrieri adamitici che il mondo ci invidia, Buttiglione e Giovanardi guardano con sospetto, e i ministri di casa tentano di molestare, schiantandosi contro il muro di chi sventerà sempre volgari ratti mascherati da pseudo-esigenze di una più allargata fruizione culturale delle opere.
I Bronzi di Riace, testimonial 2011 del turismo calabrese, danno lustro alla nostra terra e la rendono più appetibile. Gli sbronzi di Riace protagonisti dello spot trasmesso in questi giorni rischiano di accreditarsi presso il pubblico (si spera o ahimè, anche internazionale) come lennesima macchietta che una regione schiacciata da stereotipi più o meno meritati, dovrebbe risparmiarsi. Tanto più se la materia da comunicare è importante come il turismo, che, insieme allagricoltura, è fonte di sostentamento per molti, e costituisce la più realistica speranza per uno sviluppo futuro.
Non è deficit di ironia ciò che mi porta a criticare uno spot che, se non avesse una valenza istituzionale, (e strategica) per i motivi sopra addotti, sarebbe anche gradevole per la sua confezione leggera. Le generose doppie, le vocali aperte, la cadenza coatta, che uno si aspetta, si deve aspettare da un calabrese altrimenti qualcosa non torna, potrebbero strappare anche più di un sorriso se il palcoscenico fosse un altro e se non si rischiasse di vampirizzare con tutta questa calabresità debordante la mission principale: comunicare la nostre bellezze. Certo, uno si chiede pure perché nessuno abbia mai pensato di promuovere la Paolina Bonaparte doppiata dalla compianta sora Lella o sentito smadonnare il David di Michelangelo per colpa di Ceccherini, ma la sobrietà a noi non spetta, e se insistiamo, passa per seriosità.
Molti apprezzeranno il siparietto surreale dei due guerrieri, lo premieranno con click su Youtube e simili, incuriositi dalloriginalità, ma quanto sarà convincente per trasformare telespettatori, radioascoltatori, cybernauti in turisti? Le nostre splendide cartoline naturali sono state relegate sullo sfondo e, con buona pace dei bravi, illuminati creativi, se non si solletica il desiderio del bello, insito in ogni turista e viaggiatore, è difficile attendersi grossi flussi, tenuto conto dellattuale congiuntura e delle scoraggianti infrastrutture che tagliano in due lItalia.
La promozione, sappiamo, è solo un aspetto del complicato pianeta turismo, che non può reggersi su una generica e forse incrinata cultura dell ospitalità, e che ancora stenta a coniugare qualità del servizio e professionalità degli operatori: binomio sacro per giustificare impennate di prezzi, attribuibili altrimenti allansia di concentrare le entrate in un breve periodo per compensare i mancati guadagni dellanno.
Una promozione calibrata può però incuriosire il popolo dei vacanzieri che della Calabria conosce poco, senza abbagliare o intrattenere. Affidiamoci alle nostre bellezze e teniamo incrociate le dita affinché i destinatari di questo battage pubblicitario, tra pari montagna e dispari mare, non rinuncino alla conta.
Calabria, Mediterraneo da scoprire! Ma non suonava meglio così?