«Giunta snella e assessori tutti esterni»
Appello all’esecutivo: «Combattere corruzione, clientelismo e nepotismo ancora imperanti»
Intervista a Franco Laratta pubblicata su “il Quotidiano della Calabria” del 18 ottobre 2007
Irrequieto e sopra le righe. Il deputato dell Ulivo Laratta non si smentisce nemmeno questa volta e prova ad andare oltre il semplice rituale del dopo voto. Fu il primo a dire che lelezione del segretario regionale del Pd contestualmente a quello a quello nazionale sarebbe stato un rischio. E le fibrillazioni che si stanno registrando da alcuni giorni confermano quelle preoccupazioni che sono state riprese da autorevoli esponenti nazionali. Sul cinquanta percento dei posti destinato alle donne ha aperto un dibattito, che resta tuttora valido. Sono state candidate persone che nemmeno sapevano di esserlo per ottemperare ad un obbligo del regolamento. Alla fine solo quelle politicamente attrezzate sapranno farsi valere senza il paracadute della quote rosa. Lui dice di essere soddisfatto perchè quelle che ha indicato sono sono state tutte elette. E cioè Stella Fabiani e Anna Maria Di Cianni allassemblea nazionale, Clelia Badolato allassemblea regionale, più altre donne al secondo e terzo posto indicate dal deputato. Nel collegio rosso di Rossano, forte dellaccordo con Mario Oliverio, ha poi portato a casa tre eletti. La grande partecipazione non lo meraviglia, ma a suo giudizio, non basta. «Ora tocca a Minniti evitare che sia un partito che continui con i vecchi metodi e antichi vizi, alcuni di quali abbiamo visto praticare, con molto dispiacere, nel corso delle stesse primarie». Onorevole Laratta soddisfatto del risultato delle primarie del Pd? La Calabria è prima in Italia in termini di partecipazione al voto.
«La quantità dei voti dice molte cose buone: voglia di partecipazione e buona politica. Ma anche alcune negative:in alcune zone la partecipazione al voto è stata un pò troppo spinta. Il potere è stato bene esercitato da taluni per intruppare più gente possibile. E questo non va. In altre realtà ho visto guerre sullo stile striscia di Gaza, ma anche promesse e favori. Ma alla fine, nonostante tutto, è stata un abella festa di popolo. Una bella iniezione di fiducia da parte del popolo.»
Secondo lei in Calabria ha vinto Loiero o Veltroni?
«Ha vinto il Pd. Ma sa un acosa? Quindici giorni prima delle primarie scrissi proprio a Franceschini per dirgli che in Calabria Loiero avrebbe preso almeno il 30% in realtà questi voti non sono solo i suoi. Loiero sa bene come conquistare consensi. Ora però basta polemiche. Sarà molto difficile governare questo partito. Minniti avrà un bel da fare e noi lo dobbiamo aiutare. Così come dobbiamo dare tutti una mano al governo della Regione. Per cui fine delle guerre intestine o il Pd calabrese sbanda di brutto».
Questo vuole dire che si rimanda le critiche ai primi anni delle attività della Giunta regionale?
«Le confermo tutte. E rivendico il diritto di parlare chiaramente. Del resto la mia candidatura al consiglio regionale fruttò ben 8000 voti di preferenza, fatti in perfetta solitudine e senza alcuna gestione di potere. Per cui confermo: La Regione ha bisogno di una svolta. Finora i risultati non sono stati esaltanti Ora non si può più aspettare».
Lei parla di svolta, che si fa? Un rimpasto o cosaltro?
«Il Pd anche in Calabria deve giocare un ruolo del tutto nuovo. Potrebbe quindi proporre una giunta snella, forte ed autorevole; la riduzione del numero di assessorati, noi lo faremo a Roma per ministri e sottosegretari che a gennaio scenderanno in tutto a 50 contro i 100 attuali».
Ma il presidente Loiero ha le mani legate, non può chiamare in giunte esterni. Si parla di una modifica per portarli a quattro..;
«Condivido la modifica dello Statuto che elimini il tetto al numero degli assessori esterni e dico perchè 2 o 4? Decida liberamente il presidente, anche tutti esterni se lo ritiene utile per la Calabria , e si prosegua anche con la forte riduzione di apparati e sovrastrutture, sprechi ed eccessi». Ma cè altro ancora.
Tutto quì?
«La lotta alla corruzione, al clientelismo e al nepotismo. Non me ne voglia il Presidente e la sua giunta, ma finora alla regione abbiamo visto sacche di clientelismo che non hanno precedenti. Quelle sacche vanno svuotate subito. Il Pd deve essere chiaro: occorre pulizia e trasparenza alla Regione. E su questo io personalmente farò le mie battaglie».
Ritiene utile una nuova legge elettorale regionale?
«Quella che cè ritengo vada bene forse basta qualche ritocco tecnico, ma per il resto dava la possibilità al cittadino-elettore di scegliere. Se poi sceglie male, cade nella trappola dellinganno e delle promesse, peggio per lui. Cè già caduto più volte nella trappola. Il cittadino- elettore, apra meglio gli occhi».
Non parla più di scioglimento del consiglio regionale. Eppure è stato il primo a chiederlo…
«Si subito dopo lassassinio di Fortugno. Il clima di paura immobilizzò per mesi la Giunta. Così come le troppe verifiche, i diversi rimpasti il nominificio, le Asl e le troppe scelte sbagliate, la crisi interna alla coalizione, la scomparsa dellopposizione. Allora sarebbe stato meglio sciogliere il consiglio. Ora è troppo tardi per farlo. Adesso la Calabria ha bisogno di un forte Governo regionale».
Ma il Pd avrà la voglia e la forza per segnare la svolta?
«Guai se non lo facesse. Il Pd nasce per cambiare, per riformare la politica, per azzerare i vecchi metodi. Se non avrà questa forza sarà lennesimo fallimentodel centrosinistra. Anzi. Sarà la sua fine. E non a vantaggio della desta calabrese(che non si capisce cosa sia, cosa faccia, dove operi) ma a vantaggio di un neo-qualunquismo che farebbe precipitare la Calabria».