Freccia rossa, fumo nero!
LItalia finalmente si fa più corta. Nord e Sud più vicini. 1000 km ad Alta Velocità. Unora da Napoli per Roma. Roma sempre più vicina a Milano.
Vorrei essere tra coloro che esultano di gioia per i 350 km orari dei rossi treni nazionali. Ed in parte lo sono. Trenitalia fa bene a modernizzare il Paese, a rendere più veloci e rapidi i collegamenti. Ma dovrebbe farlo in tutto il Paese, in tutte le tratte, per tutti i convogli. In realtà, vedere sfrecciare il Freccia Rossa-Alta Velocità , fa sentire gli italiani come un popolo diviso in due: quelli che corrono con i treni modernissimi- e molto cari-, e quelli che viaggiano su treni sporchi, indecenti, lenti e sempre in ritardo.
Trenitalia, non avvicina il Nord al Sud e non annulla le enormi distanze da una zona allaltra del Paese. Trenitalia fa sentire sempre più straccioni i pendolari e sempre più sporchi i viaggiatori dei treni locali. A nord come al sud, i treni locali, i diretti, i treni ad alta frequentazione, sono poco più che carri bestiame. Questo perchè la società che gestisce i trasporti ferroviari italiani, ha deciso di giocare tutte le sue carte sullAlta Velocità. E come se si puntasse tutto sui passeggeri benestanti che non esitano a spendere cifre considerevoli per volare da una città allaltra; dimenticando i pendolari, quellesercito senza nome né diritti, fatto da operai, docenti, studenti, impiegati, che pagano pochi euro, ma sono trattati come schiavi. Schiavi senza diritti e senza voce. Trenitalia ha ormai rinunciato a gestire il trasporto locale, per scaricarlo anno dopo anno sulle vuote casse di Regioni e Enti Locali, dedicandosi a quel mercato ricco ed opulento di coloro che viaggiano ad Alta Velocità.
Ma in mille piccoli centri, nelle centinaia di tratte di serie B, ci sono ogni giorno milioni di italiani stipati come bestie, in piedi o ammassati nei corridoi, seduti su poltroncine luride, che tentano di raggiungere la fabbrica, la scuola, lufficio. Ogni mattina, e poi ogni pomeriggio, come fossero animali. Nel caldo come nel freddo, di giorno come di notte. Nel Nord, ma soprattutto nel Mezzogiorno, sulla Paola-Cosenza, o sul tratto jonico calabrese delle ferrovie. Migliaia e migliaia di cittadini che arrivano quando è possibile, attendono 40 minuti per la coincidenza, percorrono infine, km a piedi per trovarsi nel luogo di lavoro. Per loro la velocità media del treno locale non raggiunge i 60km orari. Ma, del resto, per Trenitalia loro sono un fastidio: pagano poco, costano molto, non rendono nulla. Non hanno diritto ad un bagno decente sul treno; non troveranno mai stazioni ferroviarie aperte; non possono contare sulla puntualità del loro convoglio. Tutto è a rischio, sempre in sospeso, mai decente.
Due Italie: quella in rosso che corre sempre di più. Quella in nero che non ha dignità alcuna. Un po come cantava Celentano: Il treno dei desideri, allincontrario va! Il treno dei pendolari italiani non è come un desiderio, ma di sicuro va sempre più indietro, sempre distante da qualsiasi desiderio possibile.
Trenitalia ha deciso di correre sempre di più. Probabilmente vuole trasformare il treno. Vuole portarlo a 600 700..800 km orari. E quando arriverà a sfiorare i 1000 km orari, da una piattaforma il treno potrà finalmente decollare. Potrà così viaggiare come un aereo, arrivare da Roma a Milano in 60 minuti, raggiungere Napoli in 35 minuti, Reggio Calabria in 40 minuti. Sarà un treno bello e veloce come un aereo.
Tra una Freccia rossa e una dargento, fra decine e decine di convogli super veloci, perché non riportare sui nostri binari un antico convoglio, una bella vaporiera, e lasciarla andare senza troppa fretta lungo le belle stazioni di una volta, sempre aperte, sempre con il capostazione col il suo autorevole berretto rosso?
Un solo convoglio che da Nord al Sud fa sentire comè lungo il Paese, come sono distanti le città, come è lontanissimo il Sud, come siamo poveri noi meridionali. Mentre a milioni soffrono nei dimenticati treni locali, ridateci quella bella vaporiera che almeno ci fa sognare. E ci lascia immaginare quantè bello, a volte, andare piano, avere tempo, non rincorrere a folle velocità la meta da raggiungere. Non inseguire a velocità della luce, la fine del nostro tempo!
Franco Laratta