Federalismo, se nasce la Federazione dellItalia del Sud!
Appassiona sempre di più il dibattito sul federalismo. Appassiona e spaventa. A cosa va incontro lItalia? Dopo il federalismo, Bossi otterrà la Padania libera e indipendente? Cosa ne sarà del Sud d Italia?
Proviamo a capire cosa potrà accadere nel nostro Paese, ricordando prima di tutto che la leva fiscale è uno degli strumenti più importanti, se non il più importante , tra gli strumenti di politica economica, da paragonare alla potestà di battere moneta. Esso, rispetto alla politica monetaria (potestà esclusiva ed unilaterale) ha maggior valore perché definisce il contratto che si instaura tra il cittadino e lo Stato per una reciproca opportunità di convivenza nei propri confini. Qualsiasi discussione sul tema non può quindi farci dimenticare lestrema rilevanza che il tema delle tasse ha sulla struttura economica e sociale di qualsiasi popolazione in qualsiasi parte del mondo.
Nessuno oggi può più mettere in discussione la necessità di attuare il Titolo V della Costituzione attraverso la piena attuazione del feralismo fiscale. Ma non può bastare una semplice applicazione del federalismo fiscale giustificato dallesigenza di mettere a posto i conti pubblici e di fare cassa (soprattutto a vantaggio delle regioni del nord). Applicare un certo tipo di federalismo fiscale può significare accrescere ulteriormente il divario tra nord e sud, creando nuove e più profonde divergenze nel Paese.
Non basta, pertanto, un fondo perequativo né un senato federale per contrastare linevitabile concorrenza che si verrà a creare tra sistemi economici regionali estremamente diversi in termini di forza economica e solidità sociale a seguito del federalismo fiscale.
Le previsioni di Jacques Attali
.Nel corso di questo processo, etnie, regioni e popoli decideranno di non voler più vivere gli uni con gli altri, e regioni ricche si sbarazzeranno del fardello di regioni povere, come abbiamo visto
Ho trasposto questa pagina (p. 137) dal libro di Jacques Attali Breve Storia del futuro ( Fazi Editore, Ott. 2007).
E una visione chiara di ciò che sta avvenendo nel nostro mondo: la previsione di Attali che il Belgio avrebbe finito per dividersi è drammaticamente in atto; sono convinto che il prossimo passo potrebbe riguardare il nostro Paese, se non ci attrezziamo per tempo.
LItalia potrebbe quindi dividersi. Una parte consistente potrebbe decidere di percorrere da sola, e con tutta la sua forza economica e produttiva, quel lungo tratto di strada che, dopo lesperienza federale la porterà allindipendenza vera e propria.
Due dati servono a farci riflettere:
1) lItalia del Nord è già, dal punto di vista economico, uno Stato a sé stante. Esiste una vera e propria Padania Economica, come ben evidenziato da Riccardo Pastore nel suo libro Il Nord e
2) Il divario tra le regioni dItalia evidenzia tale situazione: Secondo le tabelle EUROSTAT, fatto 100 il PIL % per abitante dellUE,
Insomma, a fronte di un territorio ricco, forte e strutturato qual è lItalia del Nord, con tassi di sviluppo, di occupazione e di esportazione nel mondo paragonabili alle nazioni più forti e sviluppate, si confronta un Italia del Sud debole, in difficoltà economica ed occupazionale, con territori non attrattivi per investimenti sia per carenze infrastrutturali che per carenze burocratiche e problemi di criminalità. Per non parlare dei limiti storici di capacità di autogoverno e di responsabilità della classe dirigente meridionale, come più di 35 anni di regionalismo hanno evidenziato.
Ciò si rispecchia anche nella capacità di imposizione fiscale: fatto 100 il gettito Irpef pro capite della Lombardia, il gettito della Calabria (ultima in classifica) è solo 36.
Dunque, penso che le scelte politiche di attuazione del federalismo fiscale preannunciano effetti enormi sulla politica economica del nostro Stato, e preludono alla previsione di Attali: lavvio del distacco democratico – provocato dal mercato – del Nord dal Sud.
Come si reagisce a tutto ciò? Qual è la proposta che il Sud può avanzare per reagire e avviare un proprio processo di sviluppo anche grazie alla leva fiscale?
Per il Sud le opportunità oggi sono diventate straordinarie. E se ben sfruttare possono cambiare di molto il suo destino. Ad esempio: il bacino del Mediterraneo è tornato ad essere lombelico del mondo per il traffico di merci e per la logistica; i fondi comunitari e nazionali per il 2007-2013 trasferiranno, per le politiche di sviluppo meridionali un ammontare di risorse superiore a 100 miliardi di euro; le Zone Franche Urbane, strumento positivo di politica economica del governo francese, stanno per essere attivate anche in Italia e prevalentemente al Sud.
Davanti a queste sfide, il sud deve trovare il coraggio politico e una grande forza per unire le Regioni meridionali che si affacciano sul Mediterraneo al fine di attivare una comune politica di sviluppo e di crescita, a cominciare dalla gestione efficiente della cosa pubblica.
Alla forza economica e produttiva delle Regioni del Nord, il Meridione dovrà rispondere con
Si tratta di un vero e proprio Patto federativo fiscale che risponda alla disaggregazione fiscale. Allinterno dello stesso Paese, il Sud potrà solo così trovare il modo di continuare a operare per costruire il proprio futuro. Lalternativa sarebbe il suo rapido declino e la sua marginalità in un contesto nazionale che gli apparterrebbe sempre di meno.
La politica fiscale è il primo tassello verso questo patto federativo che armonizzi in un unico territorio, omogeneo, con comune cultura e tradizioni e consimile struttura economica e sociale, lazione di complessiva politica economica per gli anni a venire, evitando il rischio che territori vicini ed in difficoltà entrino in competizione a tutto vantaggio delle Regioni del Nord che, pur mantenendo una struttura burocratica diversa, vivono in un ambiente economico comune ed unitario.
E questo uno sforzo già fatto dalle Regioni Meridionali.
Il Quadro Strategico del Mezzogiorno, approvato nel 2007, da tutte le Regioni del Sud e presentato al Governo quale contributo per lelaborazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-
Ne sono scaturiti 6 Programmi Operativi Nazionali, da attuare in tutte le Regioni del SUD:
Programma Operativo Nazionale 2007-2013 Ricerca, Sviluppo e Competitività; P.O.N. Sicurezza e Legalità; P. O.N. Istruzione; P.O.N. Reti e Mobilità; Programma Operativo Interregionale Energie Rinnovabili; Programma Operativo Interregionale Attrattori Culturali e Turistici. Manca solo un Programma Operativo di Politica Fiscale e dopo si potrà dire che il Patto federativo per la crescita e lo sviluppo delle regioni Meridionali è pronto ed ha già una sua specifica definizione.
Un Patto federativo permetterebbe inoltre di avviare quel processo, sempre auspicato e mai attuato di ZONA FRANCA del MEZZOGIORNO. Unarea che, partendo dalle Zone Franche Urbane di cui ho già detto, possa avere dimensioni e ampiezza tale da attirare i grandi competitors mondiali che oggi tentano di avvicinarsi al centro dei traffici mondiali, ossia il Mediterraneo.
E sarà proprio il Mediterraneo a rappresentare lancora di salvezza per
Se il Sud non saprà cogliere questa storica e irripetibile opportunità, assisteremo al lento disgregarsi dello Stato Italiano. Secondo le drammatiche previsioni di J.Attali.