Emergenze sud, una farsa nazionale
Fa rabbia vedere come il governo, il suo infallibile presidente del Consiglio, la rissosa maggioranza bulgara che da 15 anni stravince tutte le elezioni, tratti la nuova questione meridionale. Una cosa ai limiti dellindecenza. Alla destra di governo non importa nulla della questione meridionale. Quello che interessa per loro è evitare una divisione tutta interna al Popolo delle Libertà. La crisi di abbondanza di cui soffre Forza Italia in Sicilia, rischia di far saltare seriamente lìntero Popolo berlusconiano. Per cui da Palermo alla Calabria, dalla Campania alle Puglie è tutto un riposizionarsi allinterno della maggioranza di governo. Una guerra intestina che non ha nulla a che fare con la nuova questione meridionale. Una guerra fatta di posti di potere, risorse da gestire, candidature alle prossime appetitose poltronissime regionali. Una guerra che lImperatore dArcore tenterà di risolvere promovendo qualche nuovo ministro meridionale, e una mezza dozzina di nuovi sottosegretari, per poi dare il meglio di sé con una Lista della Priorità del Sud, con un Piano Straordinario di interventi che il solito Tremonti stilerà illudendo il mondo intero e senza poi realmente sganciare un centesimo che sia un centesimo.
Fa rabbia vedere come viene trattato il Mezzogiorno dItalia. La Destra di governo ci aveva spiegato che la vera questione era quella settentrionale, cancellando di fatto il sud dallagenda politica nazionale, derubandolo delle risorse proprie, di quelle dei Fondi Fas, perfino dei Fondi Comunitari. Uno scippo dietro laltro contro il quale abbiamo gridato per mesi in parlamento, praticamente inascoltati da una maggioranza che avanzava con la forza di un caterpillar, senza guardare mai in faccia una sola proposta fatta dalle opposizioni. Decreto dopo decreto, fiducia dopo fiducia, scippo dopo scippo, il sud rischia ora di affondare davvero.
Ma non si dica che la nuova emergenza meridionale si risolva con un ministro del sud, una finta lista delle cose da fare, una serie di inganni sul Ponte che sarà realizzato e sulle infrastrutture che presto vedranno la luce. Nel frattempo la questione del sud sè fatta ancora più drammatica, perché il sud sta morendo veramente. Perché i giovani vanno via a centinaia di migliaia (come ha certificato di recente lo Svimez), perché la corruzione e la malavita la fanno da padroni, perché non cè una vera classe dirigente meridionale che sia davvero in grado di guidare il sud verso una nuova primavera, perché la sconfitta è culturale: il sud si sente sempre più estraneo allItalia!
Forse la Lega ha vinto veramente la sua storica battaglia culturale: quella nata da un gruppo di esponenti rozzi e qualunquisti di quel popolo del nord ricco e industrializzato . Quel gruppo volgare e violento che ha sempre predicato la divisione del Nord (della cosiddetta padania) dal resto del Paese. Fino a quando ha retto la prima repubblica, quella dei Partiti di massa che hanno sempre tenuto unito il Paese, la sfida leghista sembrava roba da osteria. Con la seconda repubblica, con lalleanza di Bossi con Tremonti, con il piegarsi di Berlusconi a tutte le pretese leghiste, il sud si è visto perso. Nessuno ha più avuto la forza di difenderlo. Non tutto era difendibile, non tutti potevano alzare la voce. Fatto sta che i partiti della seconda repubblica hanno visto il Sud come un problema, come un tumore. Mafia, corruzione, incapacità di autogoverno, le accuse che la grande stampa italiana ha rivolto implacabilmente al sud nel corso degli ultimi 15 anni. Come se così si potesse salvare la parte migliore del Mezzogiorno che cè, che rappresenta la maggioranza, che non ha più voce e non si sente più rappresentata.
Anche questa volta, la drammatica vicenda di un Sud sempre più solo e sempre più lontano, finirà in farsa. Nessuno nel governo del Paese (il più antimeridionale dallunità dItalia) ha a cuore i destini del Mezzogiorno: nessuno ci dirà che al sud occorrono più scuole, più cultura, più lavoro, più servizi, più senso dello Stato, più lotta contro mafie e corruzione. Al Governo sono convinti che basta qualche strada, un fantasmagorico Ponte, un po di soldi, qualche posto al governo e la partita è chiusa. Non è così, ovviamente, perché per salvare il sud dal declino definitivo occorre molto molto di più. Che nessuno in questo momento in Italia ha veramente capito.