Elettori più vicini puntando sul ricambio (Lo speciale su Cosenza de “Il Sole 24 ore”)
L’articolo di Roberto Galullo pubblicato da il Sole 24 ore del 16 luglio 2007
La realtà politica calabrese è facilmente sintetizzabile: non ci si può più fidare di nessuno. In un Consiglio regionale in cui 33 eletti su 50 sono inquisiti, in una Giunta regionale in cui la regola è essere alle prese con la Giustizia e in centinaia di Comuni in cui fanno carriera pregiudicati e affiliati ai clan piuttosto che le persone oneste, trovare due politici che rappresentino leccezione alla regola non è facile.
A maggior ragione a Cosenza, città che da sempre ha espresso il meglio e il peggio della politica locale proiettata spesso a livello nazionale.
Affinché non sembri da tregenda lo scenario descritto, basta far esprimere due tra i protagonisti dellagone politico regionale e nazionale sulla cui trasparenza, onestà e rigore, oggi, tutti scommettono: Roberto Occhiuto, 38 anni, imprenditore, vicepresidente del Consiglio regionale, Udc, e
Impossibile dunque cambiare le cose in Calabria e a Cosenza, dominate da anni, come ricorda Occhiuto (figlio di un fruttivendolo con la V elementare) sempre dalle stesse famiglie? «Ho proposto -spiega- una mozione per lo scioglimento del Consiglio regionale. Sa in quanti dellopposizione lhanno firmata? Sei, tutti del mio partito e dopo essere stati a Roma per obbligare i riottosi ad opporre
Laratta è sulla stessa lunghezza donda: onestà innanzitutto e il suo sito Internet ne è la riprova. Tutta lattività politica è online e il dialogo con i cittadini continuo. È per questo che ci tiene a soffermarsi su Cosenza, una città che, condividendo il pensiero con Occhiuto, è stata soffocata dallabbraccio di Mancini.
«In questo momento-spiega-ci vorrebbe una follia illuminata e fare, ad esempio, di Rende, Montalto e Cosenza una sola città metropolitana. Ma Rende e Cosenza non si amano e le invidie politiche si sprecano. Abbiamo anche bisogno di integrare lUniversità con questo grande centro metropolitano».
Anche per Laratta le speranze di cambiamento sono ridotte a lumicino?
«Ma ci si è mai chiesto perché Giacomo Mancini non ha mai fatto il politico in Regione? E si è mai chiesto perché Riccardo Misasi seguì lo stesso percorso? Si illusero di cambiare la Calabria da Roma, capendo che questa era una terra ingovernabile in loco. Quando Misasi fu ministro della pubblica istruzione portò una scuola in ogni comune della Calabria perché capì che solo elevando cultura e formazione poteva sperare di ottenere qualcosa».
Un progetto fallito nel cosentino? «Questa città -spiega Laratta- oltre allapprezzabile impegno del sindaco che stimo molto, è soffocata da una rete di politici, imprenditori e massoni che cercano di governarla al di sopra dei partiti, delle imprese e della stessa società civile».