Due poltrone e zero sviluppo
Voglio un decreto per lo sviluppo, e lo voglio subito. Prima dell’assemblea di Confindustria a Bergamo. Prima dell’ultima settimana di campagna elettorale. Voglio un decreto, anzi voglio un decreto-legge!
Potrebbe essere andata più o meno cosi, con un Silvio Berlusconi furibondo contro un Ministro dell’Economia che frena sempre e blocca tutti, e con un Tremonti che deve accontentarlo… a costo zero! Ora che si possa fare un decreto-legge sullo sviluppo economico del Paese senza che il Governo ci metta un euro, è pura follia, anzi pura propaganda elettorale. Un qualcosa che sa di inganno, di truffa. Un po’ come la storiella del ministro alle Infrastrutture Matteoli che due giorni fa, a Cosenza, ha annunciato all’Italia e al mondo la conclusione dei lavori di ammodernamento della famigerata A3 Salerno-Reggio Calabria entro il 2013. Bufale elettorali alle quali non crede più nemmeno il più scatenato fan di Berlusconi.
Nel Decreto-Sviluppo c’è un bonus per nuove assunzioni nel Mezzogiorno, limitato nel tempo e negli effetti reali, che solo in piccola parte recupera il credito di imposta introdotto dal governo Prodi, che diede ottimi frutti in termini di nuovi posti di lavoro, e che venne cancellato con la legge Finanziaria di Tremonti del 2008. Aiutare le imprese ad assumere era ed è fondamentale per fermare la drammatica caduta dell’occupazione nel sud. Ma occorrono molto risorse e norme chiare ed immediatamente efficaci. Di questo, nel Decreto-Sviluppo a costo zero, non c’è nulla.
Vi sono poi norme del tutto banali se non inutili come quelle per la razionalizzazione dei controlli sulle imprese.
Ma vi sono norme molto pericolose, invece, come quelle che puntano ad innalzare le soglie degli appalti conferiti attraverso trattativa privata: le cricche di tutta Italia sono già in allerta, la malavita organizzata ha già pronto un suo piano!
L’Europa ha già bocciato i gravi ed irresponsabili interventi per il settore turistico-balneare che puntano all’ allungamento a 90 anni delle concessioni. Il testo prevede la possibilità di ottenere un “diritto di superficie” della durata di 90 anni per le spiagge, che sostituisce lattuale concessione.
Manca invece un provvedimento che sarebbe stato molto utile allo sviluppo: la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva sul prezzo dei carburanti. La norma è stata introdotta nel 2007 al fine di ridurre le accise in presenza di maggior gettito Iva dovuto a prezzi superiori a quanto previsto nella legge di stabilità.
Nel decreto-legge sono presenti norme confuse, misure del tutto insufficienti a stimolare la crescita economica, ma non troviamo nessuna delle misure di liberalizzazione auspicate dagli industriali, dalle forze economiche e dai partiti di opposizione. Il Pd, in questo senso, aveva presentato una serie di importanti proposte per riavviare la stagione delle liberalizzazioni interrotta con l’arrivo del Governo Berlusconi-Tremonti.
La norma per il trasferimento dei mutui da tasso variabile a tasso fisso riguarderà un numero limitato di contratti in essere; non è chiaro quale sarà la convenienza economica per i mutuatari rispetto alle operazioni di portabilità che oggi costituiscono un quarto delle operazioni effettuate e consentono alle famiglie di trasferire o rinegoziare un mutuo a condizioni più convenienti secondo le offerte di mercato.
Il capolavoro del ‘Governo del fare’ di Silvio Berlusconi è però un altro: essere riuscito nel duplice intento di spiegarci che per le riforme non ci sono risorse sufficienti, e che per le poltrone i soldi ci sono senza problemi. E così il numero dei sottosegretari è aumentato, mentre un’altra dozzina di Responsabili, uomini del Sud, neo-dc, Pionati, Razzi, Scilipoti è pronta a salire sul carro governativo con un nuovo aumento del numero dei membri dell’Esecutivo. Tanto -avrà pensato l’algido Tremonti- accontentiamo il Nonno, creiamo gli strapuntini a questi poveracci, gli diamo una macchina e un ufficio e poi chi s’è visto s’è visto.E come dargli torto: nel Governo nazionale contano solo Bossi e Tremonti, gli altri sono solo belle statuine senza arte né parte!
Il decreto per lo sviluppo ci presenta una serie di misure che non avrà alcun effetto per la Calabria, se non quello di incrementare levasione fiscale grazie alle sanzioni ai controllori, organi dello Stato che agiscono per conto del Governo nel combattere levasione fiscale; di aumentare la pervasività delle cosche negli appalti pubblici, grazie alla possibilità di affidare a trattativa privata opere pubbliche fino ad un milione di euro; di sequestrare interi pezzi di costa per 90 anni a favore di privati cittadini ed a danno della collettività, in contrasto con le regole della concorrenza e del mercato unico.
Non c’è niente per le aree disagiate, per i giovani costretti a scappare via dal sud, per le opere pubbliche e le infrastrutture, per le imprese, per le famiglie. Niente di niente per un Mezzogiorno ormai in caduta libera in termini di crescita economica e sociale.
Nessu effetto sul PIL e tantomeno sulloccupazione calabrese oltre che nazionale.
Anzi rettifichiamo. Leffetto sulloccupazione calabrese cè stato. La Calabria ha avuto in regalo due poltroncine – o meglio due sgabelli – per due politici di lungo corso, che da tempo reclamavano ruoli di responsabilità. Due nuovi occupati per la Calabria. Almeno per questo, il decreto Sviluppo ha fatto il miracolo.
Ma il 50% dei giovani calabresi disoccupati può attendere. Non sappiamo chi, non sappiamo fino a quando.
Franco Laratta