Donne alla riscossa: over 40 in cerca di prima occupazione
Inchiesta. il centro per limpiego. Da: “La Provincia Cosentina” del 4 febbraio 2004
Le aziende chiedono manovali, ma nella banca dati dei Ci aumenta il numero dei laureati. Tra loro anche molte straniere.
Cercasi raccoglitori di patate silane. Numero giornate lavorative: sei. Candidati: nessuno.
Scampoli del vecchio ufficio di collocamento nella bacheca dellavveniristico Centro per limpiego di Cosenza. Qui piuttosto ci sono ingegneri, avvocati, ragionieri, e commercialisti in attesa di una buona occasione: professionisti senza busta paga in fila con il curriculum per finire nella banca dati.
« Il centro apre alle nove del mattino, ma gia alle otto cè gente che aspetta. Cè stato il pienone anche il giorno della vigilia di Natale » dice Alida Stranges.
« Un fiume di disoccupati di età, sesso e formazione molto diverse con esigenze e aspettative differenti tra loro ». Manovali, carpentieri e muratori continuano ad essere richiesti, specialmente dalle aziende del nord che spesso offrono assunzioni a tempo indeterminato, buoni stipendi, vitto e alloggio in cambio di personale gia formato. « Ma ci sono molte resistenze prosegue Alida Stranges -. Non tutti sono disposti a partire e spesso rinunciare a fare quello che sanno fare e si accontentano, pur di rimanere a casa ». Cresce il numero di donne over 40 in cerca di prima occupazione: una vera invasione, che però non trova sbocchi. « Si tratta di donne che magari per anni sono state a casa ad accudire i figli, che non hanno mai lavorato spiega Sonia Brindisi, un’altra operatrice del Ci – e che adesso un po per necessità economica, un po perché hanno voglia di impegnarsi, cercano una occupazione. Purtroppo è molto difficile riuscire ad inserirle nel mondo del lavoro » Sorprendente è anche il numero di donne straniere che si rivolge ogni giorno al Centro per limpiego. « Cittadine russe, ucraine, moldave e soprattutto spiegano le operatrici – spesso con curriculum importanti e almeno un paio di lauree: cercano lavori alternativi a quelli che lItalia offre loro, insomma non si accontentano di fare le colf o le badanti dopo anni passati sui
libri ». Cominciano a rivolgersi alle banche dati degli uffici provinciali del lavoro anche gli imprenditori locali. Un ottimo segnale. « Hanno idee precise, iniziano a puntare di più sulla qualità e richiedono figure professionali specifiche – prosegue Alida Stranges -. Non più la mentalità del faccio da me e cerco di risparmiare , dunque ». Con qualche eccezione.
Come una impresa di pulizia che pretendeva di poter trovare giovani disposti a faticare tutto il giorno per trecento euro al mese .
Scampoli di vecchie mentalità nel mercato del lavoro che cambia.
Benedetta Caira