Cosenza-Crotone, un destino insieme!
Che la soppressione delle piccole province fosse una cosa poco seria, se non ridicola, lo avevamo detto subito. Io stesso l’avevo immediatamente definita ‘una buffonata’.
E in parlamento abbiamo dato battaglia perchè l’emendamento ‘taglia province’ venisse ritirato. Alla fine così è stato. Ma la cosa non finisce così.
La ‘questione province’ è ormai aperta. E prima o poi ci si ritornerà. Rimarranno ancora le province? Resteranno in vita solo quelle con oltre 500 mila abitanti, o quelle con almeno un milione di abitanti, insieme alle province metropolitane? Non sappiamo come esattamente andrà a finire. Ma di sicuro, sul ruolo e sul futuro dell’Ente intermedio si dovrà decidere, e credo anche a breve tempo.
Per queste ragioni, credo che le piccole province non possano stare a guardare. Debbono iniziare a pensare al loro futuro, a ‘cosa faranno da grandi’, evitando di andare a pietire qua e là qualche migliaio di nuovi cittadini della provincia, al solo fine di sopravvivere!!
Le classi dirigenti locali e regionali, non hanno finora brillato per qualità dell’amministrazione e per capacità di governo. Spesso, comuni, province e la stessa regione, sono stati gestiti, in particolar modo al sud e quindi in Calabria, senza alcuna capacità di innovare e di imporre scelte coraggiose e di profondo cambiamento. Ora devono iniziare a guardare avanti.
Crotone deve guardare al suo futuro, al futuro del suo territorio, della sua economia.
Sono convinto da sempre che ci sarà un momento in cui Cosenza e Crotone dovranno guardarsi in faccia e decidere insieme cosa fare. Da una possibile e auspicabile intesa fra le due realtà, può dipendere il destino dell’intera C alabria.
Ma per fare questo, occorro classi dirigenti moderne, coraggiose, che non abbiano paura di costruire un futuro profondamente diverso da quello attuale. Pena la lenta ed inesorabile decadenza dei territori provinciali e dell’intera regione.