ACCORDO PD-M5S? E NON C’E’ NIENTE DA CAPIRE
Il paese ha un nuovo governo, una nuova maggioranza, una nuova stagione politica. Impensabile fino ha un mese fa, quando la maggioranza giallo-verde sembrava essere imbattibile, soprattutto perché Salvini, che impazzava senza alcun ordine, senza alcuna logica da una spiaggia all’altra del paese, viaggiava a ritmi che sfioravano il 40% dei consensi.
Ora il paese ha un nuovo governo, una nuova maggioranza. Tutto è improvvisamente cambiato.
L’Italia fino ad agosto era del tutto isolata in Europa, mentre scoppiava il caso Mosca, con gli strani e continui viaggi di Salvini, anche durante la sua gestione del ministero degli interni.
Oggi tutto sembra un ricordo: gli eccessi del ministro degli Interni che indossava le divise delle Forze dell’ Ordine, i rosari, il cuore della beata vergine Maria, le spiagge, le discoteche, le abbuffate di panini.
Un uomo che stava dappertutto, tranne nell’unico posto dove avrebbe dovuto stare: il ministero dell’Interno.
Sembra quindi passato un secolo.
Oggi due storici nemici si ritrovano insieme a governare: il PD e Movimento 5 Stelle. Il diavolo e l’acquasanta. Aldo Moro forse oggi direbbe nuovamente che si tratta di convergenze parallele.
A pensarci bene: non era forse altrettanto impossibile che DC e PCI negli anni ‘70 finirono per trovarsi in una stessa maggioranza di governo, benché in un momento drammatico per il paese?
Era impensabile, addirittura impossibile nell’epoca in cui Russia e Stati Uniti, si fronteggiavano in due blocchi contrapposti, in una perenne guerra fredda. Eppure Aldo Moro ed Enrico Berlinguer riuscirono a stringersi la mano e a realizzare un accordo per dare vita ad un nuovo governo, detto del ‘ compromesso storico, per giunta presieduto da quel belzebù di Andreotti che all’epoca faceva venire l’orticaria alla sinistra. Oggi c’è di Maio, per giunta alla Farnesina. Come spiegarlo? Come spiegare tante altre cose? Semplice: non c’è niente da spiegare, “non c’è niente da capire” direbbe De Gregori. È stato fatto l’unico governo possibile; si è costruita l’unica maggioranza possibile. Si è fermata in questo modo, una deriva che avrebbe portato il paese in un angolo, fuori dei grandi contesti internazionali. Soprattutto fuori dall’ Europa.
Con scenari che anche solo a pensarli facevano veramente paura!
È bastato che Salvini uscisse di scena per far scegliere Gentiloni nella Commissione europea, oltretutto in un ruolo strategico. Miracoli della politica e delle convergenze parallele.
Accadrà anche alle regionali in Calabria? In Umbria? In Emilia-Romagna?
Soprattutto in Calabria appare veramente complicatissimo. La regione vive in un caos, stanno accadendo cose veramente incomprensibili. Qui Aldo Moro avrebbe certamente evitato di proporre le ‘convergenze parallele’, perché qui i binari portano a deragliare un treno impazzito che è la politica calabrese, un treno che corre follemente verso il baratro, con i freni rotti. La Calabria sta andando follemente a sbattere.
A farsi male sarà prima di tutto il PD, poi il consiglio regionale, in coma ormai da molti mesi, poi la stessa presidenza della Giunta. Tutto ormai è in un profondo caos, tutti ormai sono in guerra uno contro l’altro. Veramente imbarazzante per il PD, veramente imbarazzante per l’intera politica calabrese.