Brunetta vietato ai minori!!!
Lanno non poteva cominciare senza lennesima eruzione del vulcanico ministro Brunetta, volenteroso garzone di bottega che ha ereditato dal capomastro la peculiare abilità di vomitare magma incandescente che evapora nelle ventiquattro-quarantotto ore successive.
I cittadini ormai attendono le sue colate con limpazienza che si riserva alle feste comandate. Lo spirito, invece, è quello che accompagna la visione dei Cinepanettoni: tanto vituperati, tanto frequentati, tanto deludenti alluscita dalle sale, ma prodigiosi per la propria autostima.
Dal suo insediamento ad oggi, il titolare della Funzione pubblica si è esibito in un crescendo rossiniano di enormità, che nessuno meglio del Trio Medusa potrebbe qualificare. La trilogia fantasy, iniziata con i fannulloni e proseguita coi poliziotti panzoni, si è conclusa giorni addietro con la lotta ai bamboccioni: ultimo episodio di una saga dal finale aperto, comè nello stile del ministro, ora trepidante di salire in gondoletta pur di sottrarsi allannunciato flop.
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E vero che sarebbe stato uno dei pochi provvedimenti adottati da questo governo per un numero di destinatari superiore allunità. Altrettanto fondate le proprietà taumaturgiche di certe leggi. Ma annunciare il superamento di un problema drammatico per le nuove e
seminuove generazioni, invocando una misura che invece di rimuovere le cause punisce gli attori deboli e biasima la solidarietà dellistituto famiglia, unico ammortizzatore sociale su piazza in un sistema sclerotizzato, è cinica fantapolitica. Anzi no, è la loro politica!
Un ministro stana i bamboccioni agendo su welfare, formazione, lavoro, abbinando meritocrazia ad equità sociale, promuovendo sostegno ai redditi bassi, erogazione di assegni mensili ai disoccupati, periodica formazione, tasse universitarie e affitti accessibili, incentivi allimprenditoria
Lelenco è lungo. E la sua applicazione rigorosa toglierebbe tempo e spazio alla fame di visibilità dalle radici psichiche profonde che istiga Brunetta a spargere con nonchalance i suoi si salvi chi può mascherati dietro ricette inconsistenti.
Un governo normale procede per gradi: mette prima in campo gli strumenti e a successo registrato si compiace della propria azione. Quello in carica salta i passaggi preliminari.
Con politiche adeguate, un governo non autoreferenziale, premia coloro che sanno cogliere le opportunità, i quali, superando abusati luoghi comuni, alle tagliatella di Nonna Pina preferiscono una solida indipendenza che non li faccia rincasare a distanza di tempo con più umiliazione di quando erano partiti. Rispetta però anche i bamboccioni impenitenti, liberi di seguire il proprio stile di vita senza accampare pretese.
E come potrebbe essere altrimenti, se lo stesso ministro ha candidamente ammesso di aver militato a lungo tra le loro file? Proprio questo coraggioso coming-out insinua uninedita chiave di lettura delle esternazioni di Brunetta.
Crediamo che il pretestuoso attacco ai bamboccioni celi uno scaltro uso privatistico dei media. Dichiarare di aver imparato a riordinare il letto, a cucinare due uova al tegamino e cavarsela nelle piccole faccende domestiche è un inequivocabile messaggio di rassicurazione per la sua futura sposa.
Laddove soldi e professione non hanno risolto il complesso di aver accanto una moglie attraente, con questi talenti in dote, il narciso ministro certifica lacquisita emancipazione e offre garanzie sulle eventuali ingerenze materne, precondizioni perché la compagna acconsenta alle nozze.
Ma le garanzie sono sempre revocabili. E se la stizzita sposina rinfaccerà al marito di abbandonarla nei weekend preferendole i pranzi di mammà, lui potrà difendersi ricordandole che la legge, la sua legge, obbliga alla gentilezza!