Beppe Grillo e la società liquida!
pubblicato su il Quotidiano della Calabria del 13 settembre 2007
Non cè alcun dubbio che il comico Beppe Grillo esprima il forte disagio in cui vive il nostro Paese. Sentimenti diversi si fondono: antipolitica, qualunquismo, odio sociale, paura del futuro. Ma anche voglia di cambiamento, trasparenza, pulizia.
Il risultato è, comunque, una miscela esplosiva che rischia di incendiare lintero Paese. Sbaglia chi pensa che Grillo oggi, come Stella qualche mese fa, Bossi negli anni 90, poi il pool di magistrati di Milano, i girotondini e tutti gli altri eversivi del nostro Paese, colpiscano il solo ceto politico, la cosiddetta casta con i suoi privilegi e la sua arroganza. Ad essere colpiti oggi sono, e lo saranno sempre di più, tutte le istituzioni democratiche: la magistratura con i suoi eterni ritardi e le lotte intestine, la Chiesa e il suo potere (il furibondo attacco di Grillo al papa è emblematico), limprenditoria, linformazione, gli apparati burocratici e lintero sistema. In sostanza la guerra dichiarata non è solo alle istituzioni civili o religiose, è al potere in quanto tale.
Non deve poi meravigliare che a guidare le masse (300 mila persone in 200 piazze italiane al vaff-day dello scorso 8 settembre) sia un comico, né che lo sia un giornalista (700 mila copie del libro denuncia di Gian Antonio Stella, La casta), né che lo sia un politico o un personaggio pubblico ( dallUomo Qualunque di Guglielmo Giannini negli anni 50, a UmbertoBossi con la sua Lega nord negli anni 80, a Francesco Saverio Borrelli con il suo resistere resistere resistere, fino a Berlusconi che in quattro mesi negli anni 90 ha costruito il primo partito dItalia).
La cosa che conta è che la massa, la gente, il popolo abbiano ciclicamente voglia di essere guidati contro, nuova aberrante morale che cementa una comunità in perenne conflitto sociale.
In tale orizzonte culturale, il paradigma che lega e fà comunità è lirrazionale sfogo di piazza, lastioso sberleffo tuonante, corredato da unefficace proscenio mediatico che scalda le sottili emozioni popolari ammaestrandole contro la politica, contro la chiesa, contro il potere: il gioco è fatto e la marea monta contro i palazzi . Pratica che dà libero sfogo a chi ha voglia di gridare il suo malessere, la rabbia, la delusione e lo stato di frustrazione in cui vive a causa della mancanza di lavoro, di risorse, di soddisfazioni. Soprattutto, e questa è la novità nella protesta di questi ultimi mesi , perché la gente, i giovani in particolare, non ha più alcuna certezza nel futuro! E così la società si scatena, si scioglie, prende ogni volta forma diversa, quasi impazzisce e reagisce istintivamente, impulsivamente deflagra nel delirio democratico, nell urlo del vaff.. a tutti perché la politica siamo noi, distruggiamo i partiti.
E questa quella che il prof. Zygmunt Bauman definisce la società liquida. La società di oggi è liquida in senso metaforico perchè il termine fotografa in modo particolarmente aderente la società in cui ci muoviamo; ciò che è liquido non ha e non può avere la stessa forma per lungo tempo, ed è soltanto il passaggio da un recipiente all’altro che ne ri-determina la forma, meccanismo illusorio che modella il nostro sistema di vita al labile e fuggente senso delle cose. E questo si estende in modo avvolgente a tutte le situazioni che viviamo, virtualmente ad ogni aspetto della forma lavorativa, economica, politica, affettiva e alle grandi questioni sociali. Così la società odierna prende la forma che gli dà quel grande e affascinante imbonitore che è stato (ed in parte lo è tuttora) Silvio Berlusconi che è riuscito a creare una grande illusione di massa, dando forma ad una società che ha voluto illudersi che tutto fosse possibile, tutto realizzabile, che non ci fossero limiti né condizionamenti per raggiungere la felicità, il successo, il denaro. È la società che prende la forma del giornalista scrittore che denuncia tutti i privilegi delle caste, dei potenti, dei ricchi, degli apparati. Ed è la società che vuole Grillo, che corre in piazza, che urla contro il mondo nel corso del vaff-day dello scorso 8 settembre. Società pura e immacolata che denuncia e lavora per la propria assoluzione, ma scivola nel seducente vaniloquio di chi schernisce con talento teatrale il potere costituito, deriva di una società liquida senza padri.
La società odierna dunque non ha più una forma stabile, non ha memoria, non ha certezze. Vive di illusioni che crollano subito, ha paura del domani, si ribella contro tutti coloro che hanno, che sanno, che possono. E una società povera, senza idee né ideali, tradita dalla politica, dalla chiesa, da qualsiasi altra istituzione.
In una società siffatta, basta poco per dare fuoco alle polveri. Il rischio è un incontrollabile incendio che, se non si torna alla Politica vera, alla forza delle idee, alla cultura, allonestà e alla trasparenza, rischia di distruggere ogni cosa che si troverà davanti.
Solo la passione per le cose vere salverà (cambiandola radicalmente) la politica e con essa la società dallimperante e volgare superficialità. Solo il ritorno agli ideali, alla forze delle idee potrà cambiare qualcosa. Ma tutto si può dire e fare in questo delicato momento, salvo sottovalutare le manifestazioni popolari di Grillo, bollandole come espressione del qualunquismo e dell antipolitica. Tentando così, ma ingenuamente, di ridimensionarne la forza devastante che queste sprigionano. La Politica dia semmai risposte profonde, avvìì la fase del cambiamento, torni severa , austera e trasparente. Prima che sia troppo tardi!