Auguri Agazio, ma io non andrò alle primarie
Vado controcorrente: Loiero può vincere! Nonostante gli errori, i ritardi, una legislatura contrastata, le lacerazioni interne, le scelte sbagliate, gli amici che lo circondano, i metodi vecchi e clientelari che resistono da sempre in regione. Loiero può ancora vincere per alcuni suoi meriti personali e per gli obiettivi che pure ha raggiunto sul finire della legislatura. Portare a termine una legislatura complicatissima come questa, è già un merito: sarebbe stato più facile andare via, mollare tutto, mandare al diavolo una regione ingovernabile. Io stesso, davanti ad un consiglio regionale che ha visto la drammatica morte di Fortugno, poi assessori e consiglieri arrestati, scandali a dire basta, ho sostenuto che sarebbe stato meglio ritornare alle urne con una nuova coalizione e un nuovo progetto politico.
Loiero può vincere perché negli ultimi 18-24 mesi la giunta regionale finalmente si è mossa ed ha fatto scelte forti e decisive, nonostante un governo nazionale che definire antimeridionale è poca cosa. Vi sono stati settori della giunta regionale che definire scandenti non basta, ma altri hanno tirato bene ed hanno lavorato con buoni risultati. Ottimi anche alcuni assessori regionali, con quali si può tentare di costruire un futuro politico in questa regione sfortunata.
Loiero può vincere perché nessuno nel pd è stato in grado di sostituirlo. Per la verità, il presidente non ha fatto nulla per preparare la successione: se lo avesse fatto per tempo, avrebbe fatto una cosa di straordinaria importanza, e avrebbe consentito al centro-sinistra di vincere agevolmente le elezioni. Certo, Loiero che sceglie una figura nuova per la presidenza della Regione, la vedo dura!
Se Loiero ha fallito perché ha guardato solo a sé stesso, Loiero può ora vincere perché ha avversari deboli, debolissimi al di là di quanto pensino in tanti. E debole Callipo: schiacciato in un angolo del panorama politico regionale, lottimo imprenditore, il cavaliere della società civile e dellantipolitica, poteva essere un davvero un bel candidato (se anche un ottimo presidente non saprei dirlo!), ma aveva bisogno di vera coalizione politica, di una forte e determinata classe dirigente, che non si può inventare. La candidatura di Callipo avrebbe invece avuto un ruolo determinante e avrebbe condizionato tantissimo e in positivo le coalizioni, se ci fosse stato il ballottaggio nelle elezioni regionali. Ma così non è, purtroppo. Peccato, perché Callipo rappresenta una parte della società calabrese che diversamente non si sente rappresentata.
E debolissimo Scopelliti, forse più dello stesso Callipo. Abile nel presentarsi nuovo, Scopelliti non si capisce bene cosa voglia fare della Calabria. E stato assessore regionale, presidente del Consiglio regionale in un momento politico-amministrativo che ha provocato guasti profondissimi alla Calabria. In quel contesto non ha lasciato una traccia visibile del suo operato. Oggi è un sindaco che lascia un comune in una condizione non propriamente esaltante; è un candidato locale, portatore di una cultura ed una prassi politica che non è proprio gradita al resto della Calabria. Anzi.
Si presenta bene e gestisce bene la sua condizione, ma ha dietro di sé leterna nomenclatura di centro-destra, ex assessori, ex consiglieri regionali , e buona parte degli apparati e dei dirigenti politici delle contestatissime giunte Chiaravalloti. Debole, dunque, facile da battere, eppure un centro-sinistra diviso, lacerato, incapace di guardare avanti, attraversato e sconfitto da lotte intestine furibonde, vecchio nei metodi e nelle idee, ha trasformato Scopelliti-Chiaravalloti in un vincente. Tanto che si sente già da mesi presidente-governatore delle Calabrie. Sì, delle Calabrie, perché con Scopelliti-Chiaravalloti il rischio è che
Loiero può batterlo perché aggrega di più, nonostante in cinque anni abbia fatto scelte laceranti dal punto di vista politico; perché ha dalla sua una profonda cultura, è tenace, capace di resistere a tutte gli attacchi, gioca bene le sue carte, sfida con successo anche la sorte maligna. Sopravvive da decenni a tutte le intemperie, anche alle sue incoerenze.
Nonostante il suo più terribile difetto (quello di non riuscire a liberarsi del suo stesso passato e di non saper investire in una nuova classe dirigente che probabilmente ignora del tutto), Loiero è meglio dei suoi avversari interni, meglio di coloro che lo sfidano, meglio di coloro che lo combattono, meglio di Di Pietro e De Magistris, meglio di Scopelliti, meglio dei suoi stessi nemici. Anche perché, tutto il mondo che circonda Loiero amici o nemici poco importa- è terribilmente vecchio e consumato, è lo stesso da un trentennio, è responsabile dei guasti del centro-sinistra calabrese. Come Loiero, se non più di Loiero.
Loiero è il più bravo di tutti gli altri, non solo perché gli altri sono peggiori; onestamente bisogna dire che ha un forte carattere, notevolissime capacità di guida e infinite conoscenze. Trasversale come solo lui può essere, è capace di trovare consensi ovunque.
Per essere sicuri che possa vincere, avrebbe bisogno di liberarsi di un po di gente che lo circonda e lo rappresenta da decenni. Avrebbe bisogno di compiere scelte coraggiose, di rottura. Dovrebbe innovare, cambiare, guardare a quel mondo moderno che lo circonda, e che lui non riesce proprio a vedere.
Peccato!
P.S.: non andrò a votare alle primarie del pd, non mi interessano! Sono del tutto inutili. Le primarie si fanno in America da sempre. Ma lì si tengono un anno prima delle elezioni, di solito fra due o più personalità in perfetto contrasto fra loro, ognuna delle quali porta con sé unidea ed un progetto diversi, alternativi. Le primarie del Pd di domenica prossima sono una cosa indefinibile. Inutile.
Vada direttamente Loiero a combattere contro Scopelliti-Chiaravalloti, e provi a vincere davvero.
Franco Laratta