Approvate la perimetrazione e le misure di salvaguardia. Si aspetta solo il decreto del presidente della Repubblica
Parco nazionale della Sila, il sogno prende forma
SAN GIOVANNI IN FIORE Questa volta siamo davvero a un passo dalla nascita del Parco nazionale della Sila. La Conferenza unificata ha, infatti, approvato la perimetrazione e le misure di salvaguardia del Parco, concludendo una difficile trattativa tra il ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, la Regione e gli Enti locali: adesso si aspettano la firma del decreto da parte del presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. A quel punto, il Parco nazionale della Sila sarà realtà dopo decenni di tentativi. L’area protetta in Sila ha fatto registrare un lungo e contraddittorio cammino iniziato nel 1925 (quando venne proposto un parco simile a quello approvato oggi) e che si concretizzò nel 1968 con la nascita del Parco nazionale della Calabria. Tale Parco, sebbene inadeguato rispetto alle valenze naturalistiche presenti in Sila, ha comunque garantito la conservazione dell’ambiente. Anche il lupo è tornato ad abitare la Sila e un consistente nucleo ha ripopolato l’intero appennino meridionale. Ma è solo con la legge 344 dell’otto ottobre 1997 che sono state gettate le basi per designare l’attuale perimetro che giunge dopo quattro anni e otto mesi di discussioni interminabili. Molto attiva in questo senso è stata Legambiente: «Con l’istituzione del Parco ha dichiarato Antonio Nicoletti, coordinatore nazionale aree protette e territorio di Legambiente nei 75.700 ettari di territorio dei 21 comuni coinvolti si avrà la possibilità di sperimentare una moderna azione di sviluppo sostenibile basato sulla conservazione dei valori ambientali e naturali presenti sull’altopiano Silano». La decisione di istituire il Parco, fornisce, inoltre, alla Calabria uno strumento moderno ed efficace per promuovere politiche territoriali basate sulla valorizzazione delle risorse ambientali, e in linea con quanto prevede il Por e con la volontà di rafforzare il ruolo della Regione nel progetto Ape (Appennino Parco d’Europa) progetto di cui la Calabria è capofila per le Regioni meridionali. «Le aree protette ha aggiunto Antonio Nicoletti sono oggi una realtà forte, diffusa e condivisa e tutelano oltre il 10% del territorio nazionale e interessato 2.675 comuni del nostro Paese. Parlare quindi solo di limitazioni e di vincoli imposti dai parchi è una enorme sciocchezza che questi numeri smentiscono: se così fosse non si spiega perché negli ultimi 10 anni i parchi nazionali sono passati da 5 a 21 e 517 comuni, l’80% dei quali con meno di 5 mila abitanti, partecipano alla loro gestione. Solo la disinformazione, la cattiva gestione e soprattutto interessi particolari creano queste leggende». Antonio Nicoletti conclude affermando che «con l’istituzione del Parco, come avevamo sostenuto fin dall’inizio, le attività forestali continueranno con le stesse regole di oggi, e le attività agricole avranno un nuovo impulso. E per i prodotti tipici, come ha dimostrato la recente pubblicazione dell’Atlante dei prodotti dei parchi italiani che ha permesso di individuarne e selezionarne ben 475, anche quelli segnalati nel Parco nazionale della Sila, potranno essere ampiamente valorizzati. Per la Sila quindi potrebbe essere l’occasione storica per il definitivo decollo.