LOCRI 16 OTTOBRE 2006 – Il 16 ottobre rappresenta un giorno cruciale per la storia della nostra democrazia. Possiamo definire questa giornata il nostro 11 settembre. Lo afferma il deputato dellUlivo, Franco Laratta, nel giorno dellanniversario della morte di Francesco Fortugno.
Laratta osserva come contro il terrorismo mafioso non bastano né le tante belle parole né le marche da bollo, ma serve una risposta forte e intransigente, anche da parte dellEuropa, a cui questa piaga non è estranea. Per il deputato le consorterie criminali, infatti, agiscono impunemente in rete con quelle internazionali, investendo il denaro di provenienza illecita in ambito europeo e transnazionale.
La Calabria ha aggiunto come del resto il sud Italia, non deve essere lasciata sola dallUe, in balia di bande assassine, ma va aiutata a uscire da questa emergenza con iniziative e strumenti di contrasto simili a quelli che si utilizzano nella lotta al terrorismo, perché la ndrangheta, – spiega – in forme diverse da quelle dei kamikaze, pratica il terrorismo seminando morte e distruzione e causando sottosviluppo. Pensare di contrastare da soli il crimine organizzato servendosi degli strumenti attuali, rende vana ogni speranza di riscatto della regione. Per Laratta è interesse dello Stato nazionale e dellEuropa concertare interventi straordinari che possano definitivamente sradicare la mafia in Calabria. Dice bene il presidente del Tribunale di Locri, dott. Domenico Ielasi, quando parla di leggi speciali insieme allaffiancamento dellesercito alle forze dellordine. Se un appello così forte arriva da magistrati impegnati in prima linea, è auspicabile che venga accolto con considerazione e senza riserve. La Calabria, al contrario di quanti ancora si ostinano a ritenerla unisola felice, ha bisogno di impiegare reparti dellesercito nelle aree sensibili, e, al tempo stesso, rafforzando gli organici di tutte le forze in campo. Le istituzioni conclude Laratta – non possono ignorare il grido di allarme lanciato dai calabresi onesti e dagli imprenditori, i quali chiedono sicurezza e misure di contrasto più energiche, incisive e soprattutto risolutive.