Amministrative 2013, ultima chiamata per il Pd!
Amministrative 2013, ultima chiamata per il Pd!
Era già morto, ora respira!
I risultati delle ultime elezioni amministrative, sembrano aver mandato un
segnale al Pd, soprattutto ai vertici del Pd. Non è stata una vittoria
(perché se il 50% degli elettori rimane a casa, non può essere una
vittoria. Anzi.). Ma una boccata di ossigeno sì. Tanto ossigeno quanto
basta per tornare a vivere, a pensare. Almeno per qualche mese ancora.
Il Pd deve cogliere il segnale arrivato dalle urne, dimostrando subito che
intende cambiare profondamente. Ben sapendo che il ‘900 è finito, che gli
italiani chiedono una vera svolta, che c’è bisogno di vera ‘Politica’.
Il Pd ha poco tempo per cambiare davvero e aprire una nuova fase.
Ci troviamo davanti ad un Paese in piena emergenza, che paga il prezzo
salatissimo di un ventennio di scelte sbagliate, di una classe dirigente
inadeguata, di un berlusconismo devastante, di un debito spaventoso che
proviene da molto lontano.
La situazione del Paese è davvero disperata, e le previsioni per il 2014
sono ancora nere: il 12-13% di disoccupazione, che fra i giovani arriverà
ad oltre il 40%, somiglia tanto ad un bollettino di guerra. Per non parlare
del crollo delle imprese, dei consumi che ci riportano indietro di 30 anni
almeno, della nuova emigrazione verso altri Paesi. Tutti segnali di un
declino del Paese che nessuno riesce ad arrestare!
Insieme a tutto questo, mettiamoci sopra la crisi della politica. Di quella
politica che non riesce più a gestire lemergenza, a programmare il futuro,
ad approfittare della recessione per segnare una nuova stagione di riforme.
Dalla crisi bisognerà uscire, e prima o poi accadrà, ma la politica è del
tutto inadeguata a disegnare il futuro, il futuro del dopo-crisi.
Quello che accade in Calabria è anche peggio: la nostra regione sta
affondando! Da oltre 20 anni registra un fallimento dietro laltro, è
succube del degrado, della mancanza di un governo, in mano per lo più alla
corruzione e alla criminalità. La Calabria appare sempre più ingovernabile,
e questo ci porterà ad una sorta di anarchia incontrollabile. La nostra
regione rischia così, di finire in mano a gruppi criminali che ne faranno
tutto quello che vorranno! Ed allora, nemmeno lesercito potrà garantire la
legalità e la democrazia in questa terra.
Detto tutto questo, e tornando al Pd, cè bisogno di prendere in mano
lavvenire di questo Paese. Riuscirà questo governo? Forse, chissà. Lo
sapremo entro pochi mesi. E noi ci auguriamo che riesca ad ottenere dall
Europa alcune cose fondamentali per salvare lItalia: un piano per il
lavoro, più risorse per gli investimenti, affievolimento delle massacranti
politiche del rigore, il credito per le imprese ( le banche stanno
sgozzando quel che rimane del nostro sistema economico-produttivo!),
riduzione delle tasse, il sostegno alle famiglie.
Il Pd , quindi, deve reinventarsi. Non può più essere il partito del tutto
e del contrario di tutto. E nemmeno il partito del minimo garantito o del
caos condiviso. Il Pd ha bisogno di unanima, deve darsi un
progetto per lItalia e qui Un piano straordinario per la Calabria!
Cè bisogno della politica che faccia sapere agli italiani che intende
lavorare per il futuro!
Cè bisogno di un partito vero che getti le basi di una rivoluzione
culturale per lItalia!
Abbiamo bisogno di una classe dirigente di competenti: il fallimento del
progetto grillino poggia molto sulla totale inadeguatezza di quel gruppo
parlamentare. Ma nel contempo il Pd deve aprirsi alle nuove generazioni,
garantendo un rapido rinnovamento di dirigenti e amministratori, molti di
quali cerano già negli anni 70. Bisogna smantellare un sistema di potere
che molti hanno messo in piedi nei territori, impedendo alle nuove
generazioni di crescere e affermarsi.
Il Pd, in questi anni della sua giovane vita, ha segnato un gigantesco
limite: ha avuto paura del futuro!
E si è così rinchiuso nei ricordi, nella nostalgia del passato. Accentuando
così il distacco dalla propria base e la fuga degli elettori.
O rinasce il Pd, un nuovo Pd, o i prossimi appuntamenti segneranno
nuovamente il fallimento di un progetto che, per lo più, non tutti hanno
capito e accettato.