Alessandro, molla tutto e lascia la Lombardia per la Calabria
Ma cosa succede, ad un certo punto della vita, in un ragazzo trentenne, nato in Lombardia da genitori calabresi? Cosa lo porta ad una scelta tanto coraggiosa quanto radicale, da stravolgere completamente l’intera sua esistenza?
“Non voglio raccontarvi tutta la mia vita, perché altrimenti ci vorrebbe troppo tempo, ma vi racconterò di quel giorno in cui mi sono fermato. Sì, avete capito bene. Ho fermato la mia vecchia vita per cominciarne una completamente nuova”.
A parlare con noi è Alessandro Frontera, un bel ragazzo nato in un piccolo paese vicino a Milano, da genitori calabresi, che tutte le estati tornavano al paesino di origine dei genitori. E con loro sempre Alessandro che così ha imparato ad amare e conoscere la Calabria, estate dopo estate.
«Pian piano la Calabria è diventata una terra che sentivo sempre più mia. La mia vita al Nord aveva un ritmo decisamente frenetico, sempre di corsa e con poco spazio per me. Col tempo, mi sono reso conto che era come se stessi correndo dentro una ruota, come un criceto, inseguendo qualcosa di irraggiungibile e, soprattutto, lavorando a un sogno che non era il mio. E allora ho deciso di fermare questa ruota impazzita e di cominciare a camminare con le mie gambe verso ciò che mi appartiene».
Il grande salto da Nord, la terra in cui Alessandro è nato e vissuto, a Sud, nell’aprile 2018, nella sua amata terra di origine.
Da Milano al piccolo paesino in Calabria, Umbriatico, nell’alto crotonese, fatto di campagne, di silenzi e di calma, alla ricerca delle sue radici e delle vecchie tradizioni. Va a vivere a casa della nonna, e nella piccola comunità scopre l’accoglienza e il calore umano che troppo spesso vengono dimenticati.
Così Alessandro ha rivalutato la sua scala di valori e ha capito di avere davvero bisogno solo di poche cose materiali, ed ha anche scoperto come tutti noi stiamo perdendo il contatto con le persone e con la propria terra.
Ma non è tutto qui. Ad un certo punto, arrivato nel paesetto di origine della famiglia, nasce in lui il desiderio di fare un viaggio e, per la precisione, un cammino. Un percorso a piedi, a stretto contatto con la natura.
«L’idea mi è venuta leggendo un libro di Paulo Coelho, in cui raccontava la sua esperienza lungo il cammino di Santiago. Una vocina ha iniziato a gridare sempre più forte, a risvegliare dentro di me una forte voglia di cambiamento. Sentivo rimbombarmi dentro: “Ascolta il cuore e realizza i tuoi sogni”.
Così ho fatto.»
Alessandro si trova di fronte al suo mare, con ai piedi le scarpe da trekking rosse che affondano nella sabbia, in spalla il suo zaino verde, gli unici compagni di viaggio in questo cammino straordinario di scoperta. Forte è il desiderio di percorrere un cammino, o meglio, realizzarne uno tutto suo nella sua ritrovata terra. E così, carta, penna e PC collegato a Google Maps, cerca di capire quale fosse il migliore tracciato da seguire.
«Allora, quale percorso seguire? Ovviamente da mare a mare, attraversando però il più possibile tutti i paesaggi che questa terra regala. Ok, deciso! Il punto più largo della Calabria».
Sceglie la partenza dal ‘suo’ mare di Cirò Marina, sul Mar Ionio, salendo attraverso le colline crotonesi fino alla cima più alta della Sila, per poi scendere nuovamente verso il Mar Tirreno, fino a Paola. Da est a ovest seguendo il sole attraversando vigneti, uliveti, borghi antichi, centri turistici, parchi nazionali, laghi meravigliosi, città moderne, luoghi spirituali e religiosi.
Alessandro Frontera, dottore agronomo, guida ambientale escursionistica, scrittore, in “Calabbria Cost tu Cost” racconta l’avventura del suo cammino calabrese:
«Ci sono voluti 10 giorni per realizzare il mio “Calabbria Cost tu Cost”. Ho camminato per 197 km, attraverso vigneti, uliveti, borghi antichi, centri turistici, parchi nazionali, laghi meravigliosi, città moderne, luoghi spirituali e religiosi. Da Cirò Marina (3m s.l.m.) sul Mar Ionio, quota più bassa del viaggio, ho percorso 4873m in salita per raggiungere il punto più alto, il Monte Botte Donato (1833m s.l.m.), e per superare tutte le altre montagne.
A metà viaggio ho raggiunto Lorica (1315m s.l.m.), nel Parco Nazionale della Sila, il luogo in cui ho soggiornato a quota più alta, mentre Cosenza (236m s.l.m.), è stato quello più basso. Un lungo cammino di 45h e 48 minuti per poter raggiungere la mia destinazione finale. Ammirare il mare, un mare diverso, però, per colore, forma e profumo, rispetto a quello di partenza. Questo perché dobbiamo imparare che ogni cosa cambia in ogni istante. E, camminando nella lentezza, lo scopriamo ancor di più”.