Accadrà qualcosa di brutto!
La crisi si aggrava. Il nostro Paese è attraversato da una serie di crisi, collegate tra loro, che possono portare a qualcosa di brutto. Fino alla spappolamento dell’intera società
La crisi è economica. L’Italia ha vissuto per almeno trent’anni al di sopra della proprie possibilità. Consumando anche le risorse del suo futuro, quelle dei suoi figli e nipoti. Accumulando uno dei debiti pubblici più alti del mondo, dal quale non sa come liberarsene. Ora la produzione è ferma, i consumi crollano, la disoccupazione cresce vistosamente, il mercato finanziario è molto debole, la speculazione internazionale punterà prima o poi ha colpire il Paese.
La crisi è politica. La Politica, in Italia, è morta. E non da ora. Dagli anni ’70-’80 in poi, la politica ha vissuto sulla corruzione, ha prodotto nefandezze spaventose, ha moltiplicato i centri del potere, raddoppiato le istituzioni, centuplicato il numero del personale che vive negli apparati. Da quando attorno alla politica scorre quell’immenso fiume di denaro, sono morte le idee, sono stati sepolti gli ideali. I partiti, le istituzioni, i sindacati sono diventati fabbrica di affari e corruzione, guerre tra bande che hanno puntato solo alla gestione del potere. Perfino la Chiesa non è immune a tutto questo.
La crisi è culturale, sociale, morale. Il nostro Paese non ha più un’idea, un progetto per il suo futuro. L’Europa non ha un approdo. Sono saltate le regole sociali, la crescita delle intelligenze, i valori e i principi che hanno guidato per decenni la nostra cultura. Tutto sembra appiattito, imperversano volgarità e arroganza. La scuola non forma, la famiglia soffre, il mercato e il consumismo hanno cambiato fisionomia alla nostra società. Perfino le nuove generazioni, che negli anni ‘ 60 e ’70 del secolo scorso hanno provocato una vera e propria rivoluzione politica e sociale in Europa, oggi sono spente. Da più di vent’anni sembrano rinchiuse in sé stesse, prigioniere della globalizzazione che tutto cancella e tutto rende vuoto. Trionfa il cattivo gusto e la più volgare televisione, non si vendono libri, sono vuote le biblioteche, i musei, le chiese. L’Italia, l’Europa, hanno capito che la crisi è drammatica, ma non hanno risposte adeguate alla sua gravità. Prima di tutto perché l’Europa e pura invenzione, è un mercato, un insieme di diversità, di lingue, di bandiere. Ma non è una vera e propria Unione politica ed economica. Ha una sola moneta, ma non è un solo Stato. E poi c’è l’Italia che se è possibile sta anche peggio. Nel 150° dell’Unità del Paese, l’Italia si sta sfaldando e si sta rompendo. Ci sono già due Italie, da sempre. E tutti hanno fatto finta di non capire, di non sapere. Ora queste due Italie diventeranno 3, forse 4, forse 20 piccoli paesi. Grazie al federalismo e grazie alla spinta distruttiva di forze politiche ed economiche , il Paese si scopre debolissimo nel momento peggiore di una crisi che lo sta mettendo in ginocchio.Non esistendo più la politica né a destra e né a sinistra (tanto più che il Paese da oltre 15 anni è nelle mani di un miliardario e della sua spregiudicata e corrotta corte) nessuno è più in grado di elaborare un grande progetto per la rinascita morale, culturale e politica del Paese. Un solo esempio: l’Italia ha una straordinaria necessità di riforme. Ma sin dai primi anni ’80, quando Craxi capì per primo la necessità di una ‘grande riforma’, si fanno solo parole e promesse, annunci a vuoto. Intanto le istituzioni sono svuotate, deboli, immobili, la corruzione impazza, il malaffare imperversa. I grandi partiti non ci sono più, nessuno quindi è in grado di fermare questo degrado, di tracciare un percorso, di disegnare nuovi scenari.Davanti ad una crisi economica così devastante, c’è da aspettarsi una reazione . Non sappiamo come e né quando. Ma quando la gente sta male, quando le famiglie vanno in miseria, quando i giovani non vedono più il loro futuro, quando tutto è in crisi, gli scenari non possono che essere pericolosamente oscuri!
Una speranza però c’è. Nei momenti più gravi, gli italiani hanno sempre saputo fare scelte coraggiose e forti. Rivelatesi poi vincenti.
Franco Laratta