A Saverio Strati concessa la legge Bacchelli
Il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto l’applicazione della legge Bacchelli al grande scrittore calabrese. La decisione arriva dopo la lunga campagna avviata dal Quotidiano. Una vittoria per Strati e per la cultura calabrese
19/12/2009 Il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto l’applicazione della legge Bacchelli al grande scrittore calabrese Saverio Strati. La decisione arriva dopo la lunga campagna avviata dal Quotidiano.
“Ammenda di un grave oblio”
Con il riconoscimento dei benefici della legge Bacchelli per Saverio Strati si conclude nel modo più concreto ed efficace la campagna che questo giornale ha lanciato all’inizio di questo anno. La decisione del Consiglio dei ministri suggella un’intensa serie di iniziative che prese le mosse da un articolo di Vincenzo Ziccarelli nel quale si rivelava che il più grande scrittore calabrese vivente stava trascorrendo in condizioni di grave disagio la sua vecchiaia insieme alla moglie a Scandicci. Subito dopo intervistammo Strati che ammise con molto pudore il suo stato e così molti calabresi che avevano dimenticato perfino l’esistenza di un loro conterraneo così illustre presero cognizione di lui e della gravità di questo oblio. Convincemmo Strati con molte difficoltà ad accettare di presentare l’istanza per godere dei benefici della Bacchelli, legge nata proprio per alleviare il disagio degli italiani illustri. Era necessario che lui scrivesse una lettera nella quale si presentasse come scrittore e raccontasse la sua condizione attuale. Ne venne fuori un testo straordinario che pubblicammo provocando un moto spontaneo e generale di solidarietà e di mobilitazione.
Fu quasi un esame di autocoscienza della Calabria. Sul Quotidiano sono state pubblicate oltre cinquanta pagine su Strati, questo dà l’idea di quello che è accaduto. Lui non voleva elemosine, la sua caparbia dirittura morale glielo impediva. E così furono respinte tutte le offerte di aiuto in denaro. C’era la legge Bacchelli. Chiedemmo ad un gruppo di parlamenatari, primo fra tutti Franco Laratta, di farsi mediatori della procedura. E così fu. Nel frattempo il Consiglio regionale della Calabria, con tempi record per l’istituzione, approvò una legge Bacchelli regionale che porta il nome di Strati. E la Giunta regionale acquistò i diritti di un vecchio romanzo di Strati che ora è in via di pubblicazione. Centinaia di dibattiti si sono svolti in questi mesi in ogni angolo della regione.
Ora arriva finalmente la Bacchelli e Strati, quando gli diamo la notizia, si commuove e ringrazia. Ma siamo noi che ringraziamo lui per la coerenza di una vita e lo lasciamo nella sua casa tappezzata di libri consumati dall’uso a lavorare come un operaio della penna, uno scrittore che non cessa ogni giorno di continuare la sua opera. Ha nei cassetti romanzi e racconti inediti e soprattutto un diario di oltre tremila pagine che è uno scrigno che contiene tanti tesori. In questi mesi dieci suoi racconti inediti sono stati pubblicati nelle pagine del Quotidiano della Domenica: ogni volta un’emozione forte e un’ammirazione incondizionata per l’asciuttezza e la profondità della scrittura.
Vive, Strati, lontano dalla Calabria, con la quale ha avuto un rapporto difficile, ma resta un calabrese in tutto e per tutto. «Il cielo della Calabria – ci raccontò in un’intervista che serbiamo come una delle nostre cose più preziose – è sempre sopra di me». Auguri, Saverio, e possa continuare a lungo e in serenità il lavoro di scrittore per onorare la Calabria e la letteratura italiana.
Matteo Cosenza
“Ammenda di un grave oblio”
Con il riconoscimento dei benefici della legge Bacchelli per Saverio Strati si conclude nel modo più concreto ed efficace la campagna che questo giornale ha lanciato all’inizio di questo anno. La decisione del Consiglio dei ministri suggella un’intensa serie di iniziative che prese le mosse da un articolo di Vincenzo Ziccarelli nel quale si rivelava che il più grande scrittore calabrese vivente stava trascorrendo in condizioni di grave disagio la sua vecchiaia insieme alla moglie a Scandicci. Subito dopo intervistammo Strati che ammise con molto pudore il suo stato e così molti calabresi che avevano dimenticato perfino l’esistenza di un loro conterraneo così illustre presero cognizione di lui e della gravità di questo oblio. Convincemmo Strati con molte difficoltà ad accettare di presentare l’istanza per godere dei benefici della Bacchelli, legge nata proprio per alleviare il disagio degli italiani illustri. Era necessario che lui scrivesse una lettera nella quale si presentasse come scrittore e raccontasse la sua condizione attuale. Ne venne fuori un testo straordinario che pubblicammo provocando un moto spontaneo e generale di solidarietà e di mobilitazione.
Fu quasi un esame di autocoscienza della Calabria. Sul Quotidiano sono state pubblicate oltre cinquanta pagine su Strati, questo dà l’idea di quello che è accaduto. Lui non voleva elemosine, la sua caparbia dirittura morale glielo impediva. E così furono respinte tutte le offerte di aiuto in denaro. C’era la legge Bacchelli. Chiedemmo ad un gruppo di parlamenatari, primo fra tutti Franco Laratta, di farsi mediatori della procedura. E così fu. Nel frattempo il Consiglio regionale della Calabria, con tempi record per l’istituzione, approvò una legge Bacchelli regionale che porta il nome di Strati. E la Giunta regionale acquistò i diritti di un vecchio romanzo di Strati che ora è in via di pubblicazione. Centinaia di dibattiti si sono svolti in questi mesi in ogni angolo della regione.
Ora arriva finalmente la Bacchelli e Strati, quando gli diamo la notizia, si commuove e ringrazia. Ma siamo noi che ringraziamo lui per la coerenza di una vita e lo lasciamo nella sua casa tappezzata di libri consumati dall’uso a lavorare come un operaio della penna, uno scrittore che non cessa ogni giorno di continuare la sua opera. Ha nei cassetti romanzi e racconti inediti e soprattutto un diario di oltre tremila pagine che è uno scrigno che contiene tanti tesori. In questi mesi dieci suoi racconti inediti sono stati pubblicati nelle pagine del Quotidiano della Domenica: ogni volta un’emozione forte e un’ammirazione incondizionata per l’asciuttezza e la profondità della scrittura.
Vive, Strati, lontano dalla Calabria, con la quale ha avuto un rapporto difficile, ma resta un calabrese in tutto e per tutto. «Il cielo della Calabria – ci raccontò in un’intervista che serbiamo come una delle nostre cose più preziose – è sempre sopra di me». Auguri, Saverio, e possa continuare a lungo e in serenità il lavoro di scrittore per onorare la Calabria e la letteratura italiana.
Matteo Cosenza