Pronto? Buongiorno, cerco Franco Laratta
Appena due-tre anni, una telefonata al Dino’s Hotel di San Giovanni in Fiore dove per molti anni ho svolto una mia attività.
E’ una donna al telefono che mi cerca, essendo fuori sede le dicono di richiamare. Lei, comunque, non vuol lasciare il nome. Riprova qualche ora più tardi, stessa scena. La signora richiama ancora un terza. Alla quarta volta reagisce al quanto seccata: “Senta, dica che ha chiamato Mina Mazzini, mi cercasse perché io non lo chiamo più”!
Sembrava uno scherzo. Mina, proprio lei, che mi cercava! D’accordo, ho un amore per la grande interprete che dura da sempre; conosco bene il figlio Massimiliano con il quale sono molto amico da anni. Ma da qui a ricevere una sua telefonata ne corre. Eppure quel giorno di qualche anno fa era proprio lei al telefono. Ne ho avuto conferma chiamando alla sua casa discografica,la PDU di Lugano: “Sì, la signora cerca proprio lei, gliela passo”. Attimi di panico e poi una conversazione semplice che non voglio riportare. Rimane forte il ricordo di una voce giovanissima, e di un “arrivederci a Lugano” che ogni tanto mi sembra di risentire.
Mina si nasconde esattamente da 25 anni, dal mese di agosto del 1978 quando interruppe una serie di concerti in Versilia, a Bussoladomani, e decise di non tornare più a cantare dal vivo. Nel 1967 aveva lasciato il cinema, nel 1974 la televisione, dal ’78 addio anche al pubblico e da allora ‘solo’ album e cd-anche due all’anno- per una schiera di fans sparsi in tutto il mondo che la adora.
Io la scopriì nel 1974, grazie ad una sua canzone suonata ad un juke-box, ‘E Poi…’ una grande successo. Frequentavo il primo anno della Ragioneria, ed allora andavano i mitici Rolling Stones (ricordo la splendida “Angie”) e tanti gruppi stranieri.
Cominciai lentamente l’ esplorazione del pianeta Mina. Comprai subito i suoi dischi: il primo era “Frutta e verdura”, il 33 giri che conteneva “E poi”, la canzone che ascoltai dal juke-box. Poi venne “Amanti di Valore”. Ogni anno l’attesa per il suo nuovo lavoro, e la ricerca delle sue foto, di articoli che parlassero di lei e della sua vita. In quel periodo apparve in televisione con Milleluci. Sarebbe stata la sua ultima volta in Tv, dopo 15 anni di straordinarie trasmissioni del sabato sera, preludio della grande fuga dal mondo dello spettacolo.
Proprio in quel periodo apriva a San Giovanni in Fiore una radio libera. Si chiamava Radio Sila Tre e sarebbe stata diretta da me per oltre dieci anni. Mina aveva sempre un grande rilievo nella programmazione musicale della radio, tanto che finì per essere scoperta ed apprezzata da tanti giovani dj.
Entrai subito in contatto con Massimiliano Pani, il giovane figlio di Mina che aveva cominciato a scrivere le musiche di alcune belle canzoni della mamma. Da a lì a poco sarebbe diventato il suo arrangiatore preferito. Cominciò così un lungo ed intenso rapporto epistolare con Massimiliano Pani che apprezzava i miei suggerimenti e le mie indicazioni. Dopo un paio di anni ci incontrammo a Milano, poi in seguito in Svizzera, dove lui vive con la mamma, a Roma . Il giovane e capace figlio di Mina deve avere parlato più volte alla madre del nostro rapporto e della nostra amicizia. Dopo un nostro incontro a Roma, nel corso del quale parlammo molto di musica, Mina mi ha fatto quella inattesa e graditissima telefonata al Dino’s di San Giovanni in Fiore.
Altre volte l’ho sentita al telefono. Succedeva quando cercavo Massimiliano alla PDU e lei rispondeva al telefono. Con me è sempre stata piuttosto affettuosa e gentile.
Negli ultimi anni Mina è, dal punto di vista musicale, molto cambiata. Legatissima alla famiglia, lontana anni luce dal mondo delle spettacolo, ha saputo cambiare e superare i tempi e le mode. Grazie a Massimiliano Pani, che produce i dischi della mamma e dirige la casa discografica di Lugano circondandosi di musicisti giovani e capaci, Mina si è riscoperta una interprete più nuova e attenta alle esigenze del pubblico, ma mai disponibile a fare ciò che non le piace o non la convince.
Al termine di quella sua telefonata ci siamo dati appuntamento in Svizzera. Io le chiesi di venire in Sila per ammirare le bellezze naturali della nostra montagna. Lei mi ha risposto che non gradisce compiere viaggi così lunghi. Qualche mese dopo quella conversazione telefonica, sono andato a Lugano. Avevo appuntamento con Massimiliano e, devo dire, temevo (!) di trovare anche Mina. Dentro di me era la cosa che desideravo di più, ma nello stesso tempo ne ero profondamente spaventato! Quel giorno lei non c’era ed io sono stato a lungo nella Pdu con Pani a seguire la preparazione di un disco. Stranamente ero anche molto ‘sollevato’ dalla sua assenza. Nel tardo pomeriggio Massimiliano mi ha accompagnato a Milano dove dovevo partecipare ad un convegno.
Avrei voluto sì incontrarla di persona, ma sono anche convinto che non sempre è giusto che i sogni si avverino. Perchè sarebbero diversi dalla nostra immaginazione e dai nostri desideri. Mina è, per me, un sogno lungo una vita. La trovo in macchina tutte le volte che viaggio; ha fatto da colonna sonora di tutti i momenti più belli della mia vita. Lei, con la sua splendida voce, mi segue ogni giorno, in sottofondo e in primo piano, con la stessa puntualità del tempo che scorre veloce e supera ogni evento. Perchè Mina è cultura!
Mina ha segnato la storia degli ultimi 40 anni in Italia: il suo volto, le sue canzoni, le sue vicende personali, hanno caratterizzato gli eventi, le mode, gli avvenimenti di un Paese che è cresciuto e cambiato. Insieme a Lei.
Alcune sere fa ascoltavo un brano di Mina in auto. Mia figlia Karen di 5 anni, si divertiva accanto a me. Le ho chiesto: “Sai chi canta questa canzone?”. Non poteva ovviamente saperlo e quindi mi rispose di no. Le ho detto: “é Mina”. E lei, candida: “Papà, Mina chi è”?
Già, Mina chi è? Karen avrà tempo, se lo vuole, di scoprirlo. Non è che sia molto importante per la sua vita, ma saprà che lo è stata per quella del suo papà.