Ndrangheta padrona delle imprese
Le banche mettono in crisi le aziende e i clan ne approfittano
Parla il parlamentare del Pd e componente della commissione Antimafia in un’intervista di Adriano Mollo pubblicata su “il Quotidiano della Calabria” di domenica 15 marzo 2009
Cè un fiume di denaro che in questo momento difficile per leconomica nazionale viene immesso nel mercato dalle famiglie legate alla ndrangheta. Ne è convinto il parlamentare del Pd componente della commissione parlamentare antimafia Franco Laratta.
La commissione sta valutando proprio le conseguenze della crisi economica in rapporto agli affari che fa la criminalità organizzata.
Onorevole Laratta cosa sta accadendo?
«La mafia, l’ndrangheta e altre associazioni criminali approfittano della recessione economica per fare affari e per aumentare notevolmente il controllo sulle imprese e
sull’economia meridionale e anche nazionale».
Ma questo la criminalità organizzata lo fa già da tempo, e con successo.
«C’è di più. L’attuale fase di drammatica recessione finanziaria ed economica, destinata ad aumentare sensibilmente nei prossimi mesi, rappresenta una grande occasione per rafforzare il potere economico delle mafie. Com’è ormai noto, la ‘ndrangheta calabrese, giusto per restare nella nostra regione, dispone di una grandissima quantità di liquidità finanziaria grazie al fiorente traffico internazionale di droga. Traffico destinato a crescere, visto che si tratta di un settore che non attraversa mai momenti di crisi. E questa massa di liquidità che si trova nella casse di mafia spa deve essere investita proprio in questo momento di gravissima crisi. Cosa che sta accadendo regolarmente».
Perché oggi è così favorevole entrare nella proprietà di imprese ed aziendedaparte dellamalavita organizzata? Da cosa nasce e come si giustifica l’attivismo della mafia sui mercati finanziari?
«La crisi ha provocato una grande difficoltà agli istituti di credito che non erogano più come prima né credito né mutui alle imprese. Inoltre, il crollo delle borse mondiali
ha fatto crollare il valore dei titoli e delle azioni di tutte le società quotate, con perdite dal 30 al 50%.Una miscela esplosiva che rende facilmente scalabile qualsiasi
azienda quotata in borsa. E non solo. In gravi difficoltà sono anche le piccole e medie imprese che sono rimaste a corto di liquidità, non vendono più i loro prodotti, hanno urgente bisogno di risorse economiche. Le mafie, ricche invece di liquidità, possono acquistare a prezzi stracciati i titoli e le azioni delle aziende, e possono entrare nelle piccole e medie imprese con notevole facilità. Questo al nord come al sud Italia, e perfino in altri Paesi europei».
Qual è la conseguenza di questo drammatico scenario?
«La criminalità organizzata occuperà sempre di più ampi settori dell’economia e del mondo produttivo. Entra nei capitali delle grandi imprese fino a controllarle, mentre
nel sud si verifica già un notevole incremento dei prestiti usurai che sono garantiti da finanziare che molto spesso sono controllate dalla malavita organizzata. A queste si
rivolgono sempre di più anche i privati che trovano le banche non più disponibili a concedere prestiti».
Lo Stato cosa può fare? E’ in condizione di fermare questo processo?
«Lo Stato, almeno in Italia, sta ancora facendo poco. Davanti ai licenziamenti che si sono finora verificati, e il peggio non è ancora arrivato da questo punto di vista, l’unica risposta del Governo è stato il ricorso agli ammortizzatori sociali, che ovviamente non sono sufficienti a dare una risposta adeguata a centinaia di migliaia di nuovi disoccupati e di precari. Da noi manca il reddito minimo che in molti Paesi europei è in vigore da anni. Manca la tutela per la fasce più deboli, per i più poveri, per le famiglie monoreddito. Tutto questo porterà ad una crisi sociale molto grave, con conseguenze per tutta la società. La malavita organizzata anche qui entrerà pesantemente, finendo per controllare ed utilizzare le sempre più ampie fasce di disperati che si troveranno improvvisamente in mezzo alla strada E ci saranno conseguenze anche per la lotta alle mafie».
In che senso?
«Aumenteranno di molto i reati minori, così come le truffe, le rapine, la criminalità di strada, la violenza, le minacce e i ricatti. Per cui gli investigatori e le forze dell’ordine finiranno per occuparsi sempre di più di questi reati che creeranno un forte allarme sociale e una conseguente distrazionedegli inquirenti dai reati di mafia, di criminalità organizzata e di tutti gli altri gravi reati connessi e collegati. A ciò aggiungiamo che la limitazione delle intercettazioni, come si prevede nella nuova legge in discussione in parlamento, provocherà molti problemi».