Per la prima volta, in Sila la transumanza si fa a gennaio. Un dicembre troppo caldo, l’assenza di neve, un clima inconsueto per l’altopiano silano. Un allevatore dice: “Mai prima d’ora abbiamo cominciato la transumanza nel mese di gennaio! I mutamenti climatici stanno cambiando tutto, pure le nostre tradizioni millenarie”.
La transumanza appartiene alla nostra storia, e la gente della montagna calabrese la vive tutt’oggi in piena simbiosi con gli animali, la terra, i fiumi e i laghi. La transumanza silana è una delle ultime d’Italia che si compie come avveniva due- tre mila anni fa. Niente camion per spostare gli animali, solo spostamenti a piedi, lentissimi, lungo gli antichi ‘tratturi’, i tracciati che portano verso le pianure più calde dopo 60-70 chilometri di cammino.Antonio Paese proviene da una famiglia della Sila Grande, a Camigliatello, che da secoli vive di agricoltura e allevamento di bovini. Franco Laratta, amministratore Ismea, l’ente economico del governo che si occupa di credito per le imprese agricole, ha voluto percorrere con Antonio Paese, con i suoi vaccari, il percorso della transumanza di 90 bovini che dalla zona del Lago Cecita andranno a trascorrere l’inverno nelle miti pianure crotonese, a 60 km dalla Sila. Un viaggio che dura alcuni giorni e che si ripete da sempre lungo un tracciato che solo i vaccari conoscono. Franco Laratta intende chiedere alla regione e alle altre istituzioni di proteggere e sostenere la transumanza: “dobbiamo valorizzare e nobilitare quello che è rimasto dell’antica transumanza, dobbiamo trasformarla in una festa in ogni paese che i bovini attraversano. Dobbiamo coinvolgere i giovani, le scuole e le famiglie affinché non si perda per sempre una tradizione millenaria”. Da Campo San Lorenzo ci si muove sin dalle prime ore del mattino, in direzione Bocchigliero, poi una lunga discesa fino a raggiungere il comune di Umbriatico, nel marchesato di Crotone, attraversando angoli di paradiso, antiche zone di sosta, villaggi fantasma.
Nonostante i 1300 metri slm in partenza, non c’è traccia di neve, i corsi d’acqua sono ai minimi, il freddo è appena avvertito. La carovano viaggia con un ritmo di allegria, mentre la pioggia si avvicina e la nebbia si fa minacciosa. Gli animali sono in gran forma, è l’ora di raggiungere le pianure, dove l’erba è fresca. La transumanza appartiene alla storia dell’uomo. Noi che in Sila la conserviamo ancora intatta, dobbiamo proteggerla dal frastuono di una presunta modernità.
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